C’è l’orrore della guerra, scatenata dal delirio di onnipotenza di un uomo, poi c’è l’orrore che attraversa piccole storie che solo apparentemente poco hanno a che vedere con la guerra. Ma è che la guerra deprezza così violentemente il valore della vita, che c’è chi la vita la butta in pasto a chi, famelicamente, col denaro a dismisura pensa di poter fare quel che vuole della vita degli altri.
E in questo crudele mercato della carne capita che il destino accomuni due giovani donne che la guerra la guardano da fronti opposti, magari con un sentimento comune.
Masha Kovalchuk è una giovane ucraina che ora è tra la vita e la morte. E se vivrà non si sa come potrà vivere il resto dei giorni. Certo, è arrivata al capolinea.
Masha è volata dalla terrazza di un alto edificio di Dubai. Giovane escort, pare abbia scelto di buttarsi nel vuoto per sfuggire alle indicibili richieste dei suoi aguzzini, che l’avevano comprata per soddisfare i loro vizi, maniacali fantasie.
Siamo a Dubai, scenario di un vorticoso giro di soldi per orge estreme, consumate nel silenzio dell’impunità. Masha non è proprio il modello richiesto dalla ricca clientela che converge a Dubai, mostruoso parco dei divertimenti. Vent’anni, solo un metro e 73 centimetri, Masha non può aspirare al top della clientela, ma anche per lei qui ci sono tanti soldi, basta che taccia e si sottometta, anche alla violenza.
Al livello più alto del vizio ci vanno i corpi da modella, rigorosamente senza tatuaggi. La regola è questa.
Inizialmente la ragazza si è presentata volontariamente all’appuntamento, forse sapeva già che i clienti di Dubai hanno esigenze più elevate in termini di aspetto delle loro prede, e che anche per questo a lei l’avrebbero trattata male.
Masha è poco più di una ragazzina, ha appena 20 anni, viene da Leopoli, la splendida Leopoli dalle architetture mozzafiato.
Tutto gira su TikTok. Masha entra nell’inferno di “toilette portatile”, così si chiama il girone infernale dove la donna è letteralmente usata come la tazza di un cesso.
Nella cronaca di “Mash” che riporta la storia della giovane ucraina c’è la descrizione dettagliata di quello che vien fatto alla donna “comprata”, una galleria degli orrori impossibile da riportare qui. Se la donna sopravvive avrà 30mila dollari dai viziosi e ricchi aguzzini.
Si arriva anche oltre l’orrore, è possibile acquistare un “pacchetto” di mutilazioni fisiche: per 50.000 dollari e oltre, alle ragazze vengono strappati i denti, tagliati i capelli (anche rasati a zero), vengono picchiate e appese a ganci di metallo.
Alle top (le più belle tra tutte le bellezze) vengono offerti anche 100.000 dollari per entrare in questo tunnel del degrado.
Non è chiaro se le giovani siano avvisate di tutti gli elementi del “repertorio” o se alcune delle perversioni di questa lista nera siano per loro una sconvolgente sorpresa. Certo è che il volo nel vuoto di Masha non è un finale inedito, certo è che probabilmente di tante ragazze non resta traccia perché, in un modo o nell’altro, “cancellata”, per non lasciare traccia del finale dell’orgia.
Ultimamente Masha lavorava come escort a Barcellona per 500 euro l’ora. In Rete, nel “menù”, di lei si legge che è bisessuale. Nel prezzario sono incluse le orge, il numero di persone e i “contatti”.
Prostituta ancor prima di raggiungere l’età adulta, Masha ha fatto presto l’ingresso nell’angolo più buio del sesso a pagamento.
Conosciuta su Onlyfans, “specializzata in perversioni”. A quel prezzo non esistono clienti “normali”. Per far fronte a questa vita, per lei il mefedrone era pane quotidiano.
La madre, a Leopoli con i suoi due figli più piccoli, vive nella cronaca di paura e nelle difficoltà della guerra.
Sapeva che la sua Masha si prostituiva, di tanto in tanto si faceva sentire, anche mandando dei soldi, preziosi nelle ristrettezze della guerra. Ma la pensava a Barcellona, non nell’inferno di Dubai dove tutto si consuma senza far rumore.
Non è la prima volta che a Dubai le “feste” con escort rastrellate in Europa finiscono drammaticamente.
Le ragazze che accettano non sanno fin dove potranno spingersi i loro aguzzini, quando vengono stuprate in gruppo per ore, capita che non ce la facciano più, trovano una finestra aperta, ed è la loro liberazione.
Oggi è toccato a Masha, nel 2018, toccò ad una ragazza poco più grande: si lanciò nel vuoto dal sesto piano di un hotel. Restò viva ma si fratturò la spina dorsale.
Lei era russa, si chiamava Ekaterina Stetsyuk.
A distanza di anni, stessa sorte è toccata a Masha, ucraina.