1. Di fronte alla minaccia esistenziale russa, l’Europa ha bisogno non solo di riarmo militare, ma anche di “riarmo delle coscienze”, ovvero di integrare il tragico della storia nella sua percezione quotidiana.
2. L’attuale corsa agli armamenti è più pericolosa che nell’era della guerra fredda, perché il vecchio ordine mondiale è già crollato e ne deve ancora nascere uno nuovo.
3. Il nazionalismo esacerbato della Russia (e alcuni paesi dell’ex blocco sovietico: Ungheria, Slovacchia, Serbia, ecc… ) è una reliquia del comunismo, morta con la caduta del muro di Berlino, ma mai giudicata dal tribunale della storia, a differenza del fascismo e del nazismo.
4. L’evocazione compulsiva della Russia, come il riflesso pavloviano, del suo “gourdin nucleare” è un’ammissione di debolezza del suo esercito convenzionale: un esercito potente è sempre (e soprattutto nel mondo moderno) il risultato di un’economia robusta, mentre l’economia russa rimane sistematicamente debole, perché non vi è nessuna diversificazione.
Considerazioni generali:
stiamo sprofondando nella distopia geopolitica, per colpa di un traditore americano che lascerà un segno triste nella storia.
Bisogna essere molto analitici e forti, mente lucida e non cadere nel pathos.
Quel tipo di situazione che non fa venir voglia di impegnarsi in politica, e nemmeno impegnarsi in nulla, in spazi di libertà:
anche in piena crisi, però, bisogna usare l’energia che non si ha, per rispondere a domande totalmente sciocche per difendere posizioni che ci stanno care. ( cosa assai difficile, perché l’ignoranza è un muro dove sbatti la testa e ti fai male).
L’obiettivo della libertà di parola?
Né tacere, né agitare costantemente il vento, ma piuttosto cercare di essere rilevanti, perché giornalismo e politica possono essere nobili se praticati da attori che vogliono renderli nobili.
Ma nelle nostre attuali democrazie, sotto la veste delle libertà, comprese quelle di sembrare completamente stupide, c’è sempre meno rispetto per la competenza, non si valorizza né la propria né quella degli altri, e ci si stupisce di derivare silenziosamente in distopie con “principi” arroganti e volgari.
Promemoria: “Distopia: narrativa che si svolge in un universo disumanizzato e totalitario, organizzato in modo tale da impedire ai suoi abitanti di accedere alla felicità o alla libertà.”