Georgescu: l'estremista di destra filo-Putin escluso dalle elezioni e monta la protesta dei suoi fan
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Georgescu: l'estremista di destra filo-Putin escluso dalle elezioni e monta la protesta dei suoi fan

La Romania si trova di fronte a una situazione esplosiva dopo la decisione della commissione elettorale di escludere dalla corsa presidenziale del 4 maggio Calin Georgescu, leader dell’estrema destra

Georgescu: l'estremista di destra filo-Putin escluso dalle elezioni e monta la protesta dei suoi fan
Calin Georgescu
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10 Marzo 2025 - 11.23


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La Romania si trova di fronte a una situazione esplosiva dopo la decisione della commissione elettorale di escludere dalla corsa presidenziale del 4 maggio Calin Georgescu, leader dell’estrema destra. La scelta ha scatenato la rabbia dei suoi sostenitori, che sono scesi in piazza scontrandosi con la polizia, e ha trovato eco anche in alcuni ambienti della destra internazionale. Tra i commenti più rilevanti c’è quello di Elon Musk, che sui social ha definito l’esclusione di Georgescu “una follia”.

L’esponente dell’ultradestra romena aveva già vinto il primo turno delle presidenziali del 24 novembre scorso, ma l’intervento della Corte Costituzionale, pochi giorni prima del ballottaggio dell’8 dicembre, aveva invalidato il risultato a causa di presunte irregolarità nel finanziamento della sua campagna elettorale. A rendere ancora più delicata la situazione erano state le accuse di ingerenza russa a suo favore, che avevano portato all’espulsione di alcuni diplomatici dal Paese.

A fine febbraio, Georgescu era stato fermato e interrogato dalla magistratura con accuse pesanti: attentato all’ordine costituzionale, dichiarazioni false sui finanziamenti della sua campagna e la creazione di un’organizzazione con caratteristiche fasciste, razziste e xenofobe. Nonostante le indagini in corso, aveva comunque deciso di ricandidarsi, ma la commissione elettorale ha bloccato la sua partecipazione, affermando di aver respinto la candidatura senza fornire motivazioni dettagliate.

L’annuncio ha provocato proteste immediate: centinaia di sostenitori di Georgescu si sono radunati davanti alla sede della Commissione elettorale, e la polizia è intervenuta con i gas lacrimogeni per disperdere la folla. Dal canto suo, il politico ha respinto ogni accusa di legami con Mosca e ha annunciato l’intenzione di ricorrere alla Corte Costituzionale, denunciando l’esclusione con un messaggio su X: “un colpo diretto alla democrazia nel mondo”. Ha poi rincarato la dose, sostenendo che “l’Europa è ormai una dittatura, la Romania vive sotto la tirannia!”.

La vicenda ha attirato l’attenzione di diverse figure internazionali, tra cui Elon Musk, che ha commentato l’accaduto definendolo “una follia”. Il miliardario ha ripostato diversi tweet sull’argomento, tra cui uno che affermava: “la democrazia è ufficialmente morta in Romania e nell’Unione Europea”. In un altro post condiviso da Musk, l’imprenditore Mario Nawfal suggeriva che dietro l’esclusione di Georgescu ci fosse “una ONG sostenuta da Soros”, a cui Musk ha replicato con una frase lapidaria: “Ancora Soros…”.

L’esclusione di Georgescu ha riacceso il dibattito sulla democrazia e sulla libertà di espressione in Europa, mentre in Romania la tensione resta alta e si attendono le prossime mosse della Corte Costituzionale.


La Romania si trova di fronte a una situazione esplosiva dopo la decisione della commissione elettorale di escludere dalla corsa presidenziale del 4 maggio Calin Georgescu, leader dell’estrema destra. La scelta ha scatenato la rabbia dei suoi sostenitori, che sono scesi in piazza scontrandosi con la polizia, e ha trovato eco anche in alcuni ambienti della destra internazionale. Tra i commenti più rilevanti c’è quello di Elon Musk, che sui social ha definito l’esclusione di Georgescu “una follia”.

L’esponente dell’ultradestra romena aveva già vinto il primo turno delle presidenziali del 24 novembre scorso, ma l’intervento della Corte Costituzionale, pochi giorni prima del ballottaggio dell’8 dicembre, aveva invalidato il risultato a causa di presunte irregolarità nel finanziamento della sua campagna elettorale.

A rendere ancora più delicata la situazione erano state le accuse di ingerenza russa a suo favore, che avevano portato all’espulsione di alcuni diplomatici dal Paese.

A fine febbraio, Georgescu era stato fermato e interrogato dalla magistratura con accuse pesanti: attentato all’ordine costituzionale, dichiarazioni false sui finanziamenti della sua campagna e la creazione di un’organizzazione con caratteristiche fasciste, razziste e xenofobe. Nonostante le indagini in corso, aveva comunque deciso di ricandidarsi, ma la commissione elettorale ha bloccato la sua partecipazione, affermando di aver respinto la candidatura senza fornire motivazioni dettagliate.

L’annuncio ha provocato proteste immediate: centinaia di sostenitori di Georgescu si sono radunati davanti alla sede della Commissione elettorale, e la polizia è intervenuta con i gas lacrimogeni per disperdere la folla. Dal canto suo, il politico ha respinto ogni accusa di legami con Mosca e ha annunciato l’intenzione di ricorrere alla Corte Costituzionale, denunciando l’esclusione con un messaggio su X: “un colpo diretto alla democrazia nel mondo”. Ha poi rincarato la dose, sostenendo che “l’Europa è ormai una dittatura, la Romania vive sotto la tirannia!”.

La vicenda ha attirato l’attenzione di diverse figure internazionali, tra cui Elon Musk, che ha commentato l’accaduto definendolo “una follia”. Il miliardario ha ripostato diversi tweet sull’argomento, tra cui uno che affermava: “la democrazia è ufficialmente morta in Romania e nell’Unione Europea”. In un altro post condiviso da Musk, l’imprenditore Mario Nawfal suggeriva che dietro l’esclusione di Georgescu ci fosse “una ONG sostenuta da Soros”, a cui Musk ha replicato con una frase lapidaria: “Ancora Soros…”.

L’esclusione di Georgescu ha riacceso il dibattito sulla democrazia e sulla libertà di espressione in Europa, mentre in Romania la tensione resta alta e si attendono le prossime mosse della Corte Costituzionale.

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