Kresty, “Croci”. Da questo carcere di San Pietroburgo passarono il Nobel per la poesia Joseph Brodsky e Leon Trotsky. Con loro, tanti altri.
Ieri la società statale Dom.rf ha annunciato che il gruppo di società “KVS” ha acquistato lo storico centro di detenzione preventiva in mattoni rossi, caratterizzato da una struttura che, vista dall’alto, richiama proprio delle croci. E, aggiungiamo noi, il calvario vissuto a Kresty da numerosi dissidenti russi.
Il 21 febbraio il carcere è stato messo all’asta. Alla vendita hanno partecipato due società di San Pietroburgo: la società di costruzioni KVS e l’agenzia di concerti PMI. Il prezzo finale del lotto, come indicato da Dom.rf, è stato di 1,136 miliardi di rubli, ovvero 84 milioni di rubli in più rispetto al prezzo iniziale dell’asta (1,052 miliardi di rubli).
Le “Croci” occupano un terreno di 4,2 ettari, affacciato sul Neva. La parte principale della struttura è composta da due grandi edifici con una pianta a forma di croce. Il gruppo KVS ha annunciato che Kresty sarà sottoposto a un “attento restauro” e diventerà “uno spazio pubblico unico in cui il passato e il futuro si combineranno in un nuovo formato”. La società ha inoltre dichiarato l’intenzione di aprire un museo per conservare la memoria e la storia del luogo, oltre a un complesso alberghiero, ristoranti, gallerie e “spazi pubblici aperti a tutti”.
In precedenza, Evgeny Finkelstein, un famoso compositore, aveva dichiarato che, se avesse vinto l’asta, avrebbe trasformato Kresty nel Museo del Bene e del Male.
Kresty è una delle prigioni russe più celebri, costruita tra il 1884 e il 1892. In diverse epoche vi furono imprigionati Lev e Nikolai Gumilev, Nikolai Zabolotsky, Leon Trotsky, Konstantin Rokossovsky, Georgy Zhzhenov e Joseph Brodsky.
In vista dello smantellamento e della vendita, nel 2017 i detenuti erano stati trasferiti al centro di detenzione preventiva Kresty-2 di Kolpino. Tuttavia, fino all’ottobre 2022, a Kresty era ancora attiva una colonia di detenuti.