Chi per interessi immobiliari. Chi per cavalcare l’onda insanguinata della guerra permanente e per tener buona la destra messianica e colonizzatrice che puntella il suo governo. Motivazioni (in parte) diverse, stesso obiettivo: ripulire Gaza dai palestinesi. Per farne una Riviera a cinque stelle o, con meno pretese stellate, per realizzare nuovi insediamenti, modello Cisgiordania.
Una cosa è certa: per Trump e Netanyahu, la Striscia di Gaza è “La Zona d’interesse”. Per accelerare i tempi di realizzazione, occorre farla finita con Hamas e, visto che né Trump né Netanyahu e i suoi accoliti kahanisti fanno alcuna differenza, con tutti i gazawi, compresi donne e bambini, perché, si sa, se non sono già in età da combattenti ci possono arrivare presto e allora è meglio portarsi avanti con il lavoro. Ecco allora il ministero della Difesa israeliano annunciare oggi, domenica 16 febbraio 2025, che un carico di bombe “pesanti” di fabbricazione statunitense è arrivato durante la notte in Israele, mentre il Segretario di Stato americano Marco Rubio iniziava la sua prima visita nel Paese.
“Un carico di bombe aeree pesanti recentemente inviato dal governo degli Stati Uniti è stato ricevuto e scaricato durante la notte in Israele”, ha affermato il ministero in un comunicato stampa, riferendosi alle bombe MK-84 recentemente autorizzate dall’amministrazione del presidente Donald Trump. In una dichiarazione congiunta con il Segretario di Stato americano Marco Rubio, oggi a Gerusalemme, Netanyahu ha dichiarato: “A differenza di alcuni report, il presidente Trump e io lavoriamo in piena collaborazione e coordinamento. Abbiamo una strategia comune e non sempre è possibile condividerla con il pubblico, incluso quando si apriranno le porte dell’inferno. E si apriranno se tutti i nostri ostaggi non torneranno, fino all’ultimo di loro”.
Il primo ministro ha ribadito che Israele è impegnato a liberare tutti i suoi ostaggi, distruggere le capacità militari e di governo di Hamas e a garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele.
“Israele e America sono spalla a spalla nel contrastare la minaccia dell’Iran. Siamo d’accordo che agli ayatollah non deve essere permesso di avere armi nucleari. Siamo anche d’accordo che l’aggressione dell’Iran nella regione deve essere ritirata”. Con il sostegno di Trump, ha affermato Netanyahu, “possiamo e vogliamo portare a termine il lavoro”.
Quel Trump che, in preda a un delirio storico, scomoda Napoleone e dice che chi salva il paese non viola alcuna legge. Musica per le orecchie dell’amico Bibi e per i capi dell’ultradestra israeliana. Per Trump come per Netanyahu non esiste diritto, internazionale, umanitario fate voi, tanto meno istituzioni sovranazionali chiamate a far rispettare quei diritti. Guai a farlo. Si entra nella lista dei lestofanti da sanzionare, come pericolosi terroristi: il riferimento ai giudici della Corte penale internazionale dell’Aja è tutt’altro che casuale.
Trump e il suo vice, Vance, sono pericoli per l’umanità. Si dice, ma sono stati eletti dal popolo sovrano. Se per questo, anche Hitler e Mussolini sono passati per le urne.
La cosa che spaventa in loro, come in chi governa oggi Israele, è il disprezzo per l’altro da sé. È la disumanizzazione del nemico, è riconoscere solo una “legge”: quella del più forte. La politica è conseguente all’affermazione di una pretesa superiorità da “popolo eletto”, sempre e comunque dalla parte della Ragione. Ai “buoni” dei film tutto è concesso, il fine giustifica i mezzi. Anche quelli più barbari.
Se l’Occidente è rappresentato da costoro, è bene che un siffatto Occidente muoia.
Per chi pensa che i diritti umani non sono un optional, che pace non è sinonimo di resa, che vivere sulla propria terra da donne e uomini liberi sia un sacrosanto diritto, ovunque e per chiunque. Per chi vuole restare umano, battersi contro Trump e i suoi seguaci nel mondo, è un obbligo morale, prim’ancora che politico. Come lo era battersi contro “La Zona d’interesse” dei nazisti.