L’ufficio del presidente palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato che l’operazione militare israeliana in corso in Cisgiordania occupata equivale a una “pulizia etnica” e ha esortato gli Stati Uniti a intervenire.
In un comunicato, il portavoce Nabil Abu Rudeineh ha affermato che la presidenza “condanna l’espansione da parte delle autorità di occupazione della loro guerra totale contro il nostro popolo palestinese in Cisgiordania per attuare i loro piani volti a sfollare i cittadini e attuare una pulizia etnica”.
Le forze israeliane affermano di prendere di mira militanti palestinesi in tutta la Cisgiordania. Tuttavia, l’Onu ha espresso preoccupazione per “l’uso di forza letale illegale nella città di Jenin”. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha riferito che quasi tutti i 20.000 residenti del campo di Jenin sono stati sfollati negli ultimi due mesi.
L’operazione a Jenin è stata accompagnata da un aumento delle restrizioni alla libertà di movimento dei palestinesi in Cisgiordania, con l’introduzione di centinaia di nuovi posti di blocco nei territori palestinesi occupati.
L’Autorità Palestinese, guidata da Abbas e rivale di Hamas, esercita un governo limitato sulla Cisgiordania, dove vivono circa 3 milioni di palestinesi e su cui Israele mantiene il controllo militare complessivo.
Secondo le autorità palestinesi, almeno 25 palestinesi sono stati uccisi dall’inizio dell’operazione militare israeliana a Jenin, tra cui nove membri di gruppi armati, un uomo di 73 anni e una bambina di due anni
