Meta ha introdotto in America dei primi cambiamenti al sistema di fact-checking, aprendo alla possibilità che questi siano introdotti anche in Europa e sollevando dubbi e perplessità sul futuro dell’informazione. Tra i primi a manifestare tali timori Tommaso Canetta, vicedirettore di “Pagella Politica” e “Facta News”, siti italiani dedicati interamente a limitare il circolare delle fake-news e che da sette anni curano il fact-checking su Facebook.
A sostituire il fact-checking saranno le “community notes”, ovvero delle etichette da applicare a contenuti potenzialmente fuorvianti che presentano inesattezze o falsità. Tali “note” reindirizzeranno poi ad articoli contenenti fonti primarie. Canetta spiega come tale sistema, simile a quello del social network X, «non funziona», perché i contenuti menzogneri non saranno eliminati ma semplicemente segnalati.
Alla luce di ciò, Canetta legge in Zuckerberg intenzioni politiche: al tramonto delle elezioni americane, tali decisioni non possono che non essere dettate da un desiderio di riposizionamento. Di certo non un’ipotesi da scartare, considerando che l’imprenditore statunitense stesso ha manifestato il desiderio di collaborare con il presidente americano Donald Trump. “Ci dobbiamo aspettare il peggio – afferma – il meccanismo di fact-checking è di per se’ una garanzia che non ci sia il rischio di censura e leggere Zuckerberg che parla proprio di censura è scioccante”.
Ferme le reazioni delle due associazioni principali di fact-checking, IFCN (International Fact-Checking Network) e EFCN (European Fact-Checking Standards Network), che Canetta ribadisce continueranno a operare in nome dell’etica, nonostante le accuse accese di censura e schieramento politico da parte delle minoranze. Riferendosi a quest’ultime spiega come esse “operano sulla base di standard di etica e metodo elevatissimi” e come “la stragrande maggioranza del pubblico sembra avere un atteggiamento positivo, come mostrano anche i numeri dei report di Meta”. Ciononostante, conclude: “c’è una minoranza chiassosa che ci attacca da sempre e ci accusa di essere censori e politicamente schierati. Ma sono accuse che vengono da ogni parte politica e che flagellano il nostro lavoro con insulti e minacce che in alcuni Paesi possono rendere il clima particolarmente pesante”.