I combattenti dell’Esercito Nazionale Siriano (SNA), sostenuto dalla Turchia, avanzano verso la città a maggioranza curda di Kobane, nel nord della Siria.
Le autorità curde hanno riferito di diversi scontri violenti nelle ultime 24 ore tra le forze curde e i combattenti dell’Sna, che si stanno dirigendo a nord-est verso Kobane dopo aver conquistato la città di Manbij lunedì.
Hanno inoltre segnalato bombardamenti e colpi di mitragliatrice vicino alla diga di Tishreen, sul fiume Eufrate, che genera energia e fornisce acqua potabile alla regione.
Martedì, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha promesso di non permettere mai che la Siria venga nuovamente divisa, in quella che potrebbe essere interpretata come una minaccia verso la regione autonoma a guida curda di Rojava, nel nord-est del Paese.
Gideon Sa’ar, ministro degli Esteri israeliano, ha dichiarato martedì che gli attacchi contro i curdi “devono fermarsi”.
“Deve esserci un impegno e azioni concrete da parte della comunità internazionale per proteggere i curdi, che hanno combattuto con coraggio contro l’Isis,” ha aggiunto.
Kobane è stata teatro di una battaglia cruciale tra l’Isis e i combattenti curdi tra il 2014 e il 2015, durante la quale circa il 70% della città è stato distrutto prima che i jihadisti venissero sconfitti con l’aiuto dei raid aerei della coalizione guidata dagli Stati Uniti.
La battaglia di Kobane è considerata un punto di svolta importante nella lotta contro l’Isis.
Rojava, conosciuta anche come l’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell’Est, rappresenta circa un terzo del territorio siriano.