Migliaia di prigionieri si ritiene siano intrappolati in celle sotterranee nascoste nella prigione più tristemente nota di Bashar al-Assad, secondo testimonianze di sopravvissuti.
I White Helmets, un gruppo di difesa civile siriano, hanno dichiarato di aver dispiegato cinque “squadre di emergenza specializzate” nella prigione di Saydnaya, a Damasco, a seguito delle segnalazioni ricevute.
Saydnaya, una struttura definita da Amnesty International come una “macelleria umana”, è stata liberata dopo che le forze di opposizione guidate da gruppi islamisti sono entrate nella capitale grazie a un’offensiva lampo che ha attraversato la Siria.
La governatorato della campagna di Damasco ha lanciato un appello agli ex soldati del regime e al personale carcerario affinché consegnino ai ribelli i codici elettronici necessari per liberare “oltre 100.000” detenuti visibili attraverso le telecamere a circuito chiuso. Tuttavia, tale affermazione non ha potuto essere verificata in modo indipendente.
Decine di migliaia di prigionieri sono stati finora liberati dalle prigioni del regime in tutto il Paese, strutture dove, secondo organizzazioni per i diritti umani, sarebbero stati praticati torture e impiccagioni di massa.