Gaza, un cimitero per bambini e famiglie
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Gaza, un cimitero per bambini e famiglie

Cosa è Gaza? Lo racconta il Direttore regionale dell'Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, Edouard Beigbeder.

Gaza, un cimitero per bambini e famiglie
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

7 Dicembre 2024 - 19.16


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Cosa è Gaza? Lo racconta il Direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, Edouard Beigbeder.

“In un solo giorno di spargimento di sangue, bambini in diverse parti della Striscia di Gaza sono stati uccisi mentre si rifugiavano nelle loro tende o facevano disperatamente la fila per un pezzo di pane, in un contesto di crisi alimentare che si sta rapidamente aggravando.

Mercoledì, secondo le notizie, un attacco aereo nel campo di Nuseirat, nel centro di Gaza, ha causato la morte di quattro bambini vicino a un punto di distribuzione di cibo locale. Erano tra i civili in fila per un pasto, quando le bombe hanno iniziato a cadere dal cielo. Tre bambini e una bambina di età compresa tra i 5 e gli 11 anni.

Allo stesso modo, un attacco aereo avrebbe colpito 40 tende la sera stessa ad Al Mawasi, una ‘zona umanitaria’ designata unilateralmente, causando esplosioni e incendi massicci. Almeno 22 persone sarebbero rimaste uccise, tra cui otto bambini, e altre decine sarebbero rimaste ferite. Le loro urla strazianti, inghiottite dalle fiamme mentre scappano per salvarsi, tormenteranno la coscienza dell’umanità per le generazioni a venire.

Questa triste settimana è stata preceduta dagli orribili eventi della scorsa settimana, quando, secondo le notizie, due bambini e una donna sono stati schiacciati a morte mentre aspettavano in fila fuori da una panetteria nel centro di Gaza. Bambini affamati travolti dalla disperazione.

Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, per quasi 14 mesi, Gaza è stata a dir poco un inferno sulla Terra. Nessun bambino dovrebbe sopportare tali atrocità e carneficine, e nessun genitore dovrebbe seppellire il proprio figlio. Gaza è diventata un cimitero per bambini e famiglie. Secondo il Ministero della Sanità palestinese, dall’inizio della guerra sono state uccise almeno 43.000 persone, molte delle quali bambini.

La risposta umanitaria complessiva a Gaza sta barcollando verso il collasso totale. Le vite di quasi tutti i bambini sono a rischio o sono state sconvolte da traumi, perdite e privazioni inimmaginabili. La loro sicurezza e l’accesso agli aiuti umanitari essenziali non sono facilitati come richiesto esplicitamente dal diritto internazionale.

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 Chiediamo alle parti in conflitto di facilitare la consegna degli aiuti tanto necessari da parte degli attori umanitari a Gaza e in tutta Gaza, e di adottare tutte le misure necessarie per garantire che ricevano sempre la protezione richiesta, in conformità con i loro obblighi di diritto internazionale umanitario.

Con almeno 50.000 bambini affetti da malnutrizione acuta a Gaza – e centinaia di migliaia sfollati più volte – nessun bambino che fa la fila per un pezzo di pane o si rifugia in una tenda temporanea dovrebbe essere calpestato a morte o ucciso da un attacco aereo. La continua normalizzazione di questo orrore deve trasformarsi in azione per fermarlo. Quando è troppo è troppo”.

A settembre 2024 il comitato Onu per i diritti dell’infanzia ha pubblicato le osservazioni conclusive sul quinto e sesto rapporto periodico sull’applicazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia in Israele, registrando che:

  • 16.800 bambini palestinesi sono morti a Gaza nell’ultimo anno a causa degli attacchi delle forze israeliane.
  • 3.500 bambini a Gaza rischiano di morire per mancanza di cibo. Oggi Gaza è il luogo al mondo con il maggior numero di bambini malnutriti.
  • 1 milione di bambini e adolescenti (su una popolazione totale di oltre 2 milioni) sono sfollati, senza una casa dove andare.
  • Gli attacchi dell’esercito israeliano hanno distrutto le scuole, le abitazioni, i campi rifugiati e gli ospedali, negando ai bambini e alle bambine il diritto all’istruzione e alle cure mediche.

Altrettanto allarmante è la situazione cui stiamo assistendo in Libano dove secondo i dati del Ministero della sanità libanese dal 30 settembre sono stati uccisi 223 bambini e oltre 1300 sono rimasti feriti.

“Un bambino, una bambina non dovrebbe mai conoscere il suono delle bombe, né temere di non svegliarsi il giorno dopo. Gaza rappresenta una delle più gravi emergenze umanitarie globali, un luogo in cui l’infanzia è un lusso inimmaginabile. – dichiara Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes – E questo per noi è inaccettabile, da oltre 12 mesi siamo a fianco alle bambine e ai bambini di Gaza e alle loro famiglie con interventi di distribuzione di materiale medico e cibo super nutriente e offrendo supporto psicologico. Anche in Libano il nostro staff ha velocemente riadattato le attività per assistere le famiglie sfollate dalle regioni del sud. Non possiamo permettere che i bambini e le bambine debbano subire tali violenze, non smetteremo mai di ribadire la nostra richiesta di cessate il fuoco immediato.”

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“Sono stata sfollata più di 10 volte e ora mi trovo a casa di uno zio. L’ultima volta che ci siamo dovuti spostare i missili colpivano tutto attorno a noi […] molte persone sono state uccise e ferite davanti ai nostri occhi. […] Qui non c’è abbastanza cibo da mangiare per noi. Io riesco a mangiare una sola volta al giorno. Mi sono sentita male molte volte perché spesso mangio cibo in scatola e bevo acqua non potabile. L’acqua che beviamo è sporca, persino l’acqua ha i vermi”, queste le parole agghiaccianti di Leila (il nome è di fantasia), 10 anni

L’entità dello spargimento di sangue è senza precedenti. Il numero di bambini uccisi in un solo mese di conflitto a Gaza è più di otto volte il numero di bambini uccisi in Ucraina durante l’intero primo anno di guerra con la Russia. In Iraq, nel corso dei 14 anni di guerra, tra il 2008 e il 2022, sono stati uccisi meno bambini.

Samar, 9 anni, è una delle migliaia di bambini intrappolati a Gaza.“Voglio che la guerra finisca e che si torni a casa, a dipingere e a studiare a scuola “.

Domenica scorsa, l’ospedale pediatrico Rantisi, a Gaza City, è stato colpito da un attacco aereo che ha ucciso almeno quattro persone e ha causato danni estesi al terzo piano, che ospita l’unica unità oncologica pediatrica di tutta Gaza. L’ospedale, che ha in cura circa 70 bambini, ha ricevuto un ulteriore ordine di evacuazione in vista di potenziali attacchi aerei.
Hala è un’operatrice umanitaria di ActionAid: “Come madre, sono corsa da un posto all’altro, scappando da un luogo all’altro, solo per salvare la mia vita e quella dei miei figli. Vogliamo salvare la nostra vita e quella dei nostri figli, niente di più, niente di meno “. 

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Ogni 10 minuti almeno due bambini a Gaza subiscono ferite – alcune delle quali capaci di provocare danni permanenti. Tuttavia, i medici non hanno le forniture mediche adeguate per curarli e sono costretti a sostituire il disinfettante con aceto o acqua salata, o a eseguire interventi chirurgici salvavita usando solo la luce delle torce dei loro telefoni, a causa della mancanza di carburante. Tragicamente, il numero di bambini feriti che arrivano alle strutture mediche e le cui intere famiglie sono state uccise è ormai così alto che è stato coniato un nuovo acronimo per descriverli: WCNSF: Wounded Child, No Surviving Family. Molti dei bambini sopravvissuti finora sono malati o rischiano di ammalarsi a causa della mancanza di acqua pulita e di cibo.  

Somaya,una madre incinta che si è rifugiata in una scuola vicino a Deir al Balah, racconta: “Quest’acqua è acqua di mare salata; siamo costretti a berla perché non riusciamo a trovare acqua. E questi bambini piccoli, non possiamo pulirli o fargli il bagno perché abbiamo paura che si ammalino “. 

Riham Jafari, Coordinatrice Advocacy e Comunicazione ActionAid Palestina, ha dichiarato: “I bambini di Gaza stanno vivendo un orrore inimmaginabile, giorno dopo giorno, da più di un mese ormai. Sono affamati e assetati, costretti a nascondersi in spazi angusti e a temere per la loro vita mentre le bombe esplodono intorno a loro. Le forze israeliane devono rispettare gli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale e smettere immediatamente di bombardare ospedali e altri siti protetti. L’ordine di evacuazione dell’ospedale pediatrico Rantisi deve essere revocato. Anche se i bambini malati curati lì stessero abbastanza bene da poter essere spostati, con strade e veicoli danneggiati, come potrebbero andarsene? E dove possono andare in sicurezza? Deve esserci un cessate il fuoco permanente, ora”. 

Il cessate il fuoco non c’è. A Gaza si continua a morire. Una immane mattanza di bambini. E in Italia si continua a dissertare, a eccepire, a scandalizzarsi quando si usa la parola “genocidio” per descrivere ciò che accade a Gaza.  Che schifo. Che tristezza. 

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