Sull'Ucraina torna l'italietta: maggioranza divisa in tre e nel Pd torna l'immancabile psicodramma
Top

Sull'Ucraina torna l'italietta: maggioranza divisa in tre e nel Pd torna l'immancabile psicodramma

Il Parlamento europeo ha votato ieri una risoluzione per dare ancora più aiuti militari a Zelensky, compresi aerei, missili a lungo raggio e moderni sistemi di difesa aerea.

Sull'Ucraina torna l'italietta: maggioranza divisa in tre e nel Pd torna l'immancabile psicodramma
Preroll

Claudio Visani Modifica articolo

29 Novembre 2024 - 18.08


ATF

Il Parlamento europeo ha votato ieri una risoluzione per dare ancora più aiuti militari a Zelensky, compresi aerei, missili a lungo raggio e moderni sistemi di difesa aerea. Su questo specifico punto i tre partiti italiani di maggioranza hanno votato in tre modi diversi: contraria la Lega, astenuti i Fratelli d’Italia, a favore Forza Italia. E già questo la dice lunga sulla serietà del nostro governo e la credibilità internazionale del nostro paese: l’Italietta dei tempi andati, o forse di sempre.

Sarebbe stata un’occasione d’oro per il Pd per prendere le distanze dalla destra italiana e per dire finalmente una parola chiara sulla guerra: basta armi, no all’escalation, sì alla trattativa per mettere fine alle ostilità, alla distruzione e ai massacri e giungere a un onorevole compromesso tra le parti.

Tanto più che, per una volta, era arrivata una indicazione chiara della segretaria Schlein agli europarlamentari dem: votare contro il punto 8 della risoluzione, quello che autorizza Kiev a usare missili a medio e lungo raggio per colpire in profondità la Russia, come ha voluto Biden e come vogliono i Paesi più Atlantisti e guerrafondai d’Europa. Alcuni membri della delegazione del Pd, come Brando Benifei e Stefano Bonaccini, avevano avanzato la proposta di un’astensione collettiva su quel punto, ma Elly si era opposta.

Leggi anche:  Terzo Polo, Marcucci annuncia il nuovo partito liberal-democratico: il leader è Marattin

E invece al momento del voto, manco a dirlo, il gruppo Pd si è diviso: hanno seguito l’indicazione di Schlein in 9 (Benifei, Annalisa Corrado, Antonio Decaro, Camilla Laureti, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Alessandro Zan, Cecilia Strada, Nicola Zingaretti, più Lucia Annunziata e Marco Tarquinio che non hanno votato ma sembra per un errore), mentre altri 8 non l’hanno fatto, votando “ad personam”. In sei – Bonaccini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Irene Tinagli e Raffaele Topo – hanno tolto la propria scheda elettronica al momento del voto, non partecipando allo scrutinio. Due – Pina Picierno ed Elisabetta Gualmini – hanno votato a favore, così come ha detto che avrebbe fatto anche Giorgio Gori se non fosse stato assente.

Con la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, che tutta tronfia, scrive sui social: “Ho appena votato la mozione per l’Ucraina nella sua integralità compreso il sostegno all’utilizzo delle armi a lungo raggio sul territorio russo. Credo che sia necessario oggi più che mai non permettere a Putin di guadagnare tempo e spazio. Solo col coraggio e con la determinazione si avrà una pace giusta per gli ucraini”.

Leggi anche:  Violenza sulle donne, Pd contro Meloni e Salvini: "Anche in questo giorno se la prendono con i migranti"

Alla fine il punto 8 è stato approvato con un’ampia maggioranza: 377 voti favorevoli, 191 contrari e 51 astenuti. Questo passaggio, che rimuove le restrizioni sull’uso delle armi occidentali in territorio russo, è stato incluso nel testo finale della risoluzione, su cui poi il Parlamento Europeo ha espresso un voto unico definitivo. E qui sia Fratelli d’Italia, sia Forza Italia, sia il Partito Democratico (con l’eccezione di Strada e Tarquinio che si sono astenuti) hanno votato a favore della risoluzione. Quindi molti di quelli che avevano votato contro l’uso delle armi ucraine in territorio russo sul singolo punto, l’hanno poi implicitamente autorizzato votando a favore della risoluzione finale.

Stamane le piazze italiane si sono tornare a riempire come non accadeva da anni. Merito della mobilitazione voluta da Cgil e Uil contro la manovra economica del governo e le politiche della destra. In quelle piazze si respirava un’aria di speranza, forse il segno che il vento nel Paese sta cambiando. Se il Pd ascoltasse e desse voce a quel popolo avendo il coraggio di pronunciare parole chiare anche sulla guerra, sia sull’Ucraina che sulla Palestina, forse il vento potrebbe cambiare anche a sinistra.

Native

Articoli correlati