Phone, cucine, lavatrici, aspirapolveri: in Russia i prezzi stanno aumentando vertiginosamente. Per gli elettrodomestici si parla di un incremento del 10%. I produttori stranieri e russi hanno notificato alle catene di vendita al dettaglio l’aumento dei prezzi dei loro prodotti, tutti attestati a un più 10%. Lo scrive Kommersant.
La società francese SEB-Vostok Group (che produce attrezzature per i marchi Tefal, Rowenta, Krups e altri) ha inviato a metà novembre un avviso ai rivenditori annunciando un aumento dei prezzi dal 1° gennaio 2025. La motivazione è “l’aumento del costo dei componenti, dei costi logistici e del costo del denaro”.
Anche IPH Appliances (di proprietà della turca Arcelik, che ha acquisito tre stabilimenti americani a Lipetsk nel 2022, e produce i marchi Beko, Indesit, Grundig e altri) ha annunciato aumenti dei prezzi a partire dal 2 dicembre. Secondo Kommersant, i rincari riguarderanno tutti i prodotti, sia locali che importati.
Lo scorso anno, i produttori stranieri di elettrodomestici avevano già notificato aumenti dei prezzi tra il 10% e il 15%, giustificati dalla crescita del dollaro e dell’euro. Allora, gli esperti sostenevano che l’aumento sarebbe stato mitigato dai marchi russi e dalla produzione localizzata delle aziende straniere. Ora, scrive Kommersant, i rincari riguarderanno anche le apparecchiature di fabbricazione russa.
L’intenzione di aumentare i prezzi del 10% è stata annunciata anche dalla società russa Kuppersberg, con decorrenza sempre dal 2 dicembre. Un altro produttore russo, Vard (ex Electrolux russa), intende aumentare i prezzi di spedizione dei suoi prodotti in due fasi: a dicembre e a gennaio. Entrambe le società indicano come motivi principali il tasso di riferimento della Banca Centrale, i tassi di cambio e i costi logistici.
Secondo una fonte di Kommersant tra i distributori, a causa del tasso di riferimento e del deprezzamento del rublo, il costo di tutta l’elettronica di consumo potrebbe aumentare di oltre il 20% a gennaio.
Il consumatore sentirà l’aumento dei prezzi all’inizio del 2025. Se la situazione non cambierà, nella primavera del 2025 alcune aziende potrebbero abbandonare il mercato dell’elettronica di consumo o ridurre il proprio fatturato.