L'America di Deaver e Lansdale

La collana “Passaggi di dogana” della casa Giulio Perrone Editore raccoglie scritti di autori diversi che hanno lo scopo di far vedere ai lettori posti più o meno conosciuti in una luce particolare Seba Pezzani tra gli autori,

L'America di Deaver e Lansdale
@foto di Giovanni Troilo
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26 Ottobre 2024 - 00.27


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di Fabrizio Siracusa

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La collana “Passaggi di dogana” della casa Giulio Perrone Editore raccoglie scritti di autori diversi che hanno lo scopo di far vedere ai lettori posti più o meno conosciuti in una luce particolare. Una delle aggiunte più recenti è il libro di Seba Pezzani intitolato L’America di Jeffery Deaver e Joe Lansdale, due scrittori statunitensi che l’autore ben conosce, avendo intrattenuto con loro un rapporto professionale e di amicizia lungo diversi anni e che, con stili e soggetti diversi, rappresentano lo spirito di una parte dell’America contemporanea.

Da più di un decennio, l’autore del libro è anche uno degli organizzatori del festival letterario e musicale intitolato “Dal Mississippi al Po”,che si svolge ogni anno a Piacenza e dintorni e che ha contribuito a far conoscere al fortunato pubblico della manifestazione tantissimi scrittori e musicisti di grande bravura, alcuni dei quali sono co-protagonisti di questo volumetto.

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L’America di Jeffery Deaver e Joe Lansdale è un diario di viaggio sui generis, che parte dalla Carolina del Nord, luogo in cui da anni risiede Jeffery Deaver, newyorchese di nascita ma sudista d’adozione, e si conclude nel Texas orientale, patria di Joe R. Lansdale.

La narrazione ci porta in tanti luoghi, molti dei quali non diventeranno mai mete turistiche di massa, degni comunque di essere menzionati perché vi risiede o vi è nato uno degli scrittori o dei musicisti trattati o perché ha fatto da ambientazione a una delle opere citate. Pagina dopo pagina, Pezzani ci fa respirare atmosfere e storie intrise dello spirito di un popolo che è stato spesso oggetto di narrazioni superficiali e riduttive. Si tratta di una regione vastissima che affonda le proprie radici in un paesaggio pieno di contraddizioni ma anche ricco di innegabile fascino e in cui la vita si dipana a un ritmo fatto a misura di uomini di altri tempi, senza la frenesia che caratterizza il quotidiano nelle grandi metropoli mondiali.

Con conoscenza profonda dei luoghi da lui visitati e dell’influenza che essi hanno avuto sulla cultura popolare, di cui molti lettori si renderanno conto solo nel momento in cui leggeranno quest’opera, Pezzani ci ricorda che il sud degli Stati Uniti è stato la culla di forme musicali che sono uscite dai loro confini, come il blues, il jazz e la musica gospel, e ci parla dei musicisti che ne sono stati protagonisti o che ne hanno assorbito le cadenze e lo spirito e li hanno rielaborati secondo la propria sensibilità. Dal sud provengono anche tantissimi scrittori che hanno fatto la storia della letteratura angloamericana e che hanno catturato e narrato l’essenza di questa grande area della nazione in libri memorabili, molti dei quali sono anche arrivati sul grande schermo. Nel libro trovano spazio anche diversi riferimenti all’architettura coloniale, che contraddistingue molti dei paesi visitati dall’autore e considerazioni sulla cucina della regione e sulle sue origini. Tutti questi elementi contribuiscono a dipingere un quadro vivido di una zona del paese che spesso viene ridotta a stereotipi, molti dei quali vertono sulle divisioni razziali che ne hanno macchiato la storia.

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Certamente, il Sud è la zona del paese in cui le divisioni razziali si sono manifestate nel modo più aspro, quella in cui la schiavitù ha prodotto gli abissi umani più ripugnanti e in cui la segregazione ha continuato ad esistere ben oltre il 1964, l’anno in cui l’allora presidente Johnson firmò le leggi sui diritti civili dei cittadini neri. Èuna regione in cui i neri sono stati sempre visti dalla maggior parte dei bianchi come una risorsa da sfruttare, come animali da soma. La Costituzione degli USA, che la maggioranza degli americani considera un documento sacro e perfetto, alla stregua della Bibbia, fissa il valore di un nero in 3/5 di quello di una persona bianca, non certo per riconoscere parziale umanità a persone che erano costrette alla schiavitù, ma perché questo escamotage aritmetico dava più peso agli stati confederati, meno popolosi di quelli dell’Unione, ai fini del censimento e quindi dell’assegnazione dei seggi alla Camera. È dunque impossibile parlare del Sud degli Stati Uniti senza tener conto della sua storia per tanti versi nefasta. Ma è possibile farlo senza che diventi l’argomento centrale della narrazione e Pezzani ci riesce proprio facendo parlare gente come Tom Franklin, autore originario dell’Alabama e che ora insegna lingua e letteratura inglese alla University of Mississippi. Sua è una citazione che mette in rilievo una delle contraddizioni che fanno del sud degli Stati Uniti un argomento complesso e difficile da decifrare, soprattutto per i forestieri: “Una volta ho sentito dire una cosa interessante: al Nord la gente ama i neri come gruppo, là li detesta individualmente, mentre al Sud li adora individualmente ma li detesta come gruppo”. Sono voci come quella di Franklin a impreziosire il contenuto di questo libro e la nostra comprensione di una parte della nazione americana che per molti è destinata a rimanere difficile da comprendere.

Quello di Franklin è solo uno dei tanti esempi che Pezzani usa per orientare il lettore a una miglior comprensione del Sud degli USA. Alle interviste e alle chiacchierate da lui fatte con scrittori, musicisti e docenti che ha conosciuto di persona, l’autore unisce anche note biografiche e citazioni tratte da opere di autori noti, come Mark Twain, Truman Capote, William Faulkner e Harper Lee (oltre ai già citati Deaver e Lansdale), e di altri meno noti ma non per questo meno autorevoli in materia. Tra questi vale la pena segnalare Eudora Welty, Flannery O’Connor, Ronald Everett Caps (padre del musicista Grayson Capps), Christopher Cook, Tom Franklin e uno dei miei preferiti, il compianto John Kennedy Toole, che ha scritto un capolavoro della letteratura americana contemporanea intitolato Una banda di idioti (A Confederacy of Dunces in inglese). Al libro, ambientato a New Orleans, fu assegnato il premio Pulitzer per la narrativa nel 1981, dodici anni dopo la morte dell’autore, suicidatosi tragicamente all’età di trentun anni.

Pezzani, che non è solo traduttore e scrittore, ma è anche il cantante e chitarrista dei RAB4 (una band che da anni suona rhythm and blues in giro per l’Italia e l’Europa e che si è perfino cimentata oltreoceano, proprio negli USA), non poteva far mancare tantissimi riferimenti ai musicisti del mondo sudista e a quelli che hanno cantato del Sud pur non essendone figli (per esempio, Bob Dylan), corredati da testi in inglese (accompagnati dalla loro traduzione), che aiutano i lettori, dando loro importanti punti di riferimento per comprendere lo spirito e la storia degli stati del Sud.

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Il libro si conclude con un ricco e imperdibile elenco delle opere e degli autori citati, a beneficio di coloro che sono interessati ad approfondire la propria conoscenza del Sud degli Stati Uniti avvalendosi della propria immaginazione per ricostruire i luoghi e le atmosfere citati, almeno fino al momento in cui, spinti dalla lettura di questo interessantissimo e scorrevolissimo testo, potranno ripercorrerne i passi di persona.

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