Anche quest’anno le autorità di Mosca hanno vietato la manifestazione “Return of Names”, organizzata in memoria delle vittime della repressione politica. La prima edizione si tenne nel 2007, alla vigilia della Giornata della memoria delle vittime della repressione politica, celebrata in Russia il 30 ottobre. Anche quest’anno l’evento era programmato per il 29 ottobre, presso la “pietra Solovetsky”, in piazza Lubjanka.
La risposta delle autorità, comunicata agli organizzatori, è stata la stessa degli ultimi anni: un divieto motivato “tenendo conto dell’attuale situazione epidemiologica, al fine di prevenire la diffusione del coronavirus”. Una giustificazione ormai poco credibile, ma riproposta sistematicamente per bloccare le manifestazioni di piazza indesiderate. Gli organizzatori avevano previsto la partecipazione di circa un migliaio di persone in Piazza Lubjanka.
Nonostante il divieto, “Return of Names” si terrà comunque in decine di città russe e in altre nazioni, oltre che online. L’elenco delle città che ospiteranno eventi commemorativi è disponibile sul sito ufficiale del progetto “Return of Names”.
“I partecipanti si riuniranno per leggere i nomi delle vittime della repressione e per impedire che i crimini dello Stato vengano dimenticati”, hanno dichiarato gli organizzatori. Dal 2020, le autorità di Mosca continuano a vietare l’iniziativa, invocando il pretesto della pandemia di coronavirus.