Il commissario generale dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, ha avvertito che almeno 400.000 persone sono essenzialmente “intrappolate” nel nord di Gaza, dove “non c’è fine all’inferno” perché non c’è un posto sicuro nel territorio in cui rifugiarsi.
Ha detto che molte persone nel nord di Gaza, in particolare nel campo profughi di Jabalia, il più grande degli otto campi profughi urbani storici della Striscia di Gaza, ora si rifiutano di rispettare gli ordini di evacuazione israeliani che dicono loro di andare verso sud.
L’esercito israeliano ha circondato Jabalia da domenica, così come altri quartieri vicini, ordinando ai residenti di fuggire verso la cosiddetta “zona umanitaria” di al-Mawasi, nonostante sia stata presa di mira da attacchi aerei israeliani mortali ed è gravemente sovraffollata.
Una vista aerea della distruzione del campo profughi di Jabalia in seguito agli attacchi israeliani.
L’esercito israeliano afferma che le sue forze sono a Jabalia per combattere i militanti di Hamas, smantellare le infrastrutture militari e impedire ad Hamas di riorganizzarsi.
In un post su X, Lazzarini ha aggiunto: “I rifugi e i servizi dell’Unrwa sono costretti a chiudere. Alcuni per la prima volta dall’inizio della guerra. Con quasi nessuna fornitura di base disponibile, la fame si sta diffondendo e aggravando di nuovo”.
E ancira: “Questa recente operazione militare minaccia anche l’attuazione della seconda fase della campagna di vaccinazione contro la poliomielite per i bambini. I bambini sono, come sempre, i primi e i più a soffrire. Meritano molto di meglio, meritano un cessate il fuoco ora, meritano un futuro”.