Da qualche settimana in Polonia si registra una impennata di violenza contro gli immigrati. Violenza organizzata e riconducibile alla destra, che arruola frange violente della tifoseria calcistica. Il fenomeno va oltre un generico sentimento razzista, considerato che da diverse parti del Paese arrivano notizie di veri “pattugliamenti” per agguati ai migranti che vivono in Polonia.
L’ultima notizia, infatti, è quella dell’istituzione di “pattuglie di cittadini” impegnate nell’uso della violenza, principalmente contro coloro che possono essere facilmente riconosciuti per il colore della pelle diverso. La violenza non risparmia neanche i tanti ucraini che, con l’invasione russa, sono stati costretti a lasciare le loro case, in un esodo biblico di cui ancora conserviamo le immagini.
Tutto è iniziato con una rissa a Śrem. Cinque stranieri (cittadini di Argentina e Colombia) hanno attaccato due polacchi su una spiaggia in riva al lago. Era un sabato sera. Tre persone coinvolte nell’incidente erano ubriache, e i polacchi attaccati hanno dovuto fare ricorso alle cure in ospedale.
Dopo questo fatto, è scattata l’onda razzista sfociata nell’iniziativa della “pattuglia cittadina”. A far scattare la catena di reazioni è stato un residente di Śrem, Rafał Podejma, noto per il suo canale YouTube Antykonfident, dove predica che solo le pattuglie potrebbero aumentare la sicurezza dei polacchi.
La sua idea è stata apprezzata dall’eurodeputata della Confederazione Anna Bryłka, che ha dichiarato: “Vogliamo esprimere solidarietà a queste pattuglie di cittadini di Środa Wielkopolska, Śrem, Zaniemyśl, Kurnik – dimostrano impotenza e mancanza di ordine pubblico”.
Per gettare benzina sul fuoco, la propaganda in Rete e la stessa europarlamentare hanno parlato di numerosi altri incidenti simili a quello di Śrem, ma senza fornire dettagli su luogo o data.