In memoria di Hadi Zaiter: studente a l'Aquila ucciso in Libano dalle bombe israeliane
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In memoria di Hadi Zaiter: studente a l'Aquila ucciso in Libano dalle bombe israeliane

Si chiamava Hadi Zaiter. I suoi professori e compagni di studi lo ricordano con struggente commozione. Hadi amava la vita. È morto in Libano, in uno dei bombardamenti israeliani.

In memoria di Hadi Zaiter:  studente a l'Aquila ucciso in Libano dalle bombe israeliane
Hadi Zaiter
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

26 Settembre 2024 - 19.04


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Si chiamava Hadi Zaiter. I suoi professori e compagni di studi lo ricordano con struggente commozione. Hadi amava la vita. È morto in Libano, in uno dei bombardamenti israeliani.

In ricordo di Hadi

Il rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, Edoardo Alesse, ha espresso a nome di tutto l’Ateneo, sentimenti di sgomento e di profondo cordoglio per la tragica scomparsa di Hadi Zaiter, studente dell’UnivAQ morto nei bombardamenti della città libanese di Baalbek, nell’Est del Paese, nell’ambito dell’intensificarsi degli scontri tra Israele e Hezbollah. «Hadi aveva 25 anni ed era un nostro studente internazionale, iscritto al secondo anno della laurea magistrale in ingegneria civile – è scritto in una nota dell’Università e su un posto pubblicato su Facebook – Era andato in Libano alla fine del secondo semestre per fare visita alla famiglia e sarebbe dovuto tornare all’Aquila tra qualche giorno per la ripresa delle lezioni. Era un ragazzo ben voluto da tutti, che si era ambientato molto bene sia nella nostra comunità accademica e studentesca che in città. Hadi è deceduto a casa sua, e con lui sono morti anche la madre, il padre e due dei suoi tre fratelli. Mentre piangiamo la sua morte, come Ateneo ci uniamo agli appelli della comunità internazionale affinché cessino immediatamente, in Medio Oriente, tutte le operazioni militari e si torni il prima possibile a percorrere la via del dialogo e delle soluzioni diplomatiche. Al fratello di Hadi, Ahmed, unico membro superstite della famiglia, giungano le nostre più profonde e sincere condoglianze».

Il rapporto di Amnesty International

“A fronte dell`aumento esponenziale del bilancio delle vittime in Libano negli ultimi tre giorni, dovuto a un’escalation delle ostilità tra Israele e Hezbollah, Amnesty International ha sottolineato oggi, in una nota, «l’importanza fondamentale che tutte le parti in conflitto rispettino i propri obblighi secondo il diritto internazionale umanitario». Secondo quanto riferito dal ministero della Salute libanese, infatti, sottolinea l’organizzazione umanitaria, nella sola giornata di lunedì 23 settembre almeno 558 persone, tra cui 50 bambini e 94 donne, sono state uccise e oltre 1800 ferite dagli attacchi israeliani in Libano, mentre Israele annunciava l’inizio dell’operazione “Northern Arrows”. Nei giorni successivi molte altre persone sono state uccise. «Per il Libano lunedì 23 settembre è stato il giorno più letale dalla fine della guerra civile nel 1990. Siamo profondamente preoccupati dall’ingente numero di vittime, in continuo aumento, – ha dichiarato Erika Guevara Rosas, alta direttrice per le ricerche e le campagne di Amnesty International – che si è registrato in un solo giorno e dalle ripercussioni devastanti sui civili, con quasi 500.000 persone sfollate dal sud del Libano, dalla Bekaa e da altre regioni colpite da intensi bombardamenti. A partire da ottobre 2023, circa 63.000 abitanti del nord di Israele sono stati sfollati a causa degli attacchi provenienti dal Libano. Con Israele che intensifica e aumenta i bombardamenti e Hezbollah che continua a lanciare attacchi contro Israele, tutte le parti in conflitto devono rispettare il diritto internazionale umanitario e prendere tutte le precauzioni possibili per proteggere la vita dei civili», ha concluso.

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La denuncia di Oxfam

Mentre i raid aerei israeliani stanno devastando abitazioni e infrastrutture essenziali nel sud del Libano, migliaia di persone in questo momento sono in fuga alla ricerca di salvezza dai bombardamenti. Un afflusso di sfollati interni che creerà rapidamente condizioni disastrose per le comunità locali, oltre a mettere a rischio la capacità, di un sistema umanitario internazionale già sovraccarico, di farvi fronte adeguatamente. 

 È l’allarme diffuso ieri da Oxfam di fronte al tragico scenario che si sta delineando in Libano, a quasi un anno dallo scoppio del conflitto a Gaza.

 “L’afflusso di centinaia di migliaia di sfollati principalmente dal sud del Libano, creerà rapidamente condizioni disastrose per le comunità locali, e il sistema umanitario da solo non sarà in grado di far fronte all’emergenza – ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia-  Oxfam, già presente nel Paese, in queste ore è in prima linea per portare acqua potabile, cibo, kit igienici, aiuti economici e di prima emergenza agli sfollati che hanno trovato scampo dai bombardamenti nei rifugi a Beirut, sulle montagne e del nord del Paese. Ma la situazione sta peggiorando di ora in ora”.  

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 “Il conflitto in Libano era prevedibile e poteva essere evitato. Èil risultato del mancato cessate il fuoco a Gaza. – aggiunge Pezzati – Per decenni, il popolo del Libano ha affrontato una crisi dopo l’altra senza mai avere l’opportunità di riprendersi completamente. Questa nuova emergenza non farà altro che aggravare le sfide esistenti e destabilizzare ulteriormente una regione già fragile. La comunità internazionale, Italia compresa, deve agire adesso. Israele sta operando impunemente, e le sue azioni devono essere fermate sia in Libano che a Gaza. Tutte le parti devono rispettare il diritto umanitario internazionale e devono rispondere delle loro azioni in caso di potenziali violazioni. L’estensione del conflitto in Libano ha già causato danni immensi alle infrastrutture civili e un altissimo numero di vittime. Il Libano e la regione non possono permettersi di sopportare il peso di questa crisi. Questa escalation evidenzia ancora di più necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza”. 

I più indifesi tra gli indifesi

“Solo lunedì, secondo le notizie, almeno 50 bambini sono stati uccisi in Libano. Si tratta di un numero maggiore dei bambini uccisi in Libano negli ultimi 11 mesi (precedentemente 22).
11 mesi in un solo giorno. 50 bambini e 94 donne in un giorno – fra le 558 persone che, secondo le notizie, sono state uccise. Inoltre, lunedì, più di 1.835 persone sono state ferite, fra cui molti bambini e donne, secondo il Ministero della Salute Pubblica libanese.
Innumerevoli altri bambini sono in pericolo, esposti ad attacchi, sfollati dalle loro case e senza poter usufruire al sistema sanitario sovraccarico e sottorganico. Se torniamo a un conflitto, come nei giorni bui del 2006, temo che questa volta potrebbe essere anche peggiore per i bambini del Libano.
Il Libano è stato recentemente devastato da protratte crisi economiche e politiche; dalla grande esplosione al Porto di Beirut; l’impatto del Covid-19 e il quinto anno di una crisi economica paralizzante che ha fatto impennare la povertà. Molte famiglie sono già sull’orlo del baratro. E ora questo conflitto sta peggiorando di molto tutti questi fattori.

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Un’escalation che potrebbe risultare catastrofica per tutti i bambini

Qualsiasi ulteriore escalation del conflitto potrebbe essere catastrofica per tutti i bambini in Libano, ma soprattutto per le famiglie dei villaggi e delle città nel sud e nella Bekaa, nel Libano orientale, che sono state costrette a lasciare le proprie case. Questi nuovi sfollati si aggiungono alle 112.000 persone sfollate da ottobre.
87 nuovi rifugi stanno ospitando il numero crescente di sfollati nel Sud, nei governatorati di Beirut, Monte Libano, Baalbek – Hermel, Bekaa e Nord. Le scuole oggi sono state chiuse in tutto il paese, lasciando i bambini a casa impauriti. Coloro che si prendono cura dei bambini sono preoccupati per l’incertezza della situazione. Questa paura non può essere sottovalutata, poiché i bombardamenti e i raid aerei continuano e aumentano ogni giorno.
L’Unicef, da 76 anni, è al lavoro per supportare e proteggere i bambini del Libano e sta ampliando la sua risposta. Siamo pronti a distribuire cibo, acqua, aiuti essenziali come materassi e kit igienici, alle famiglie sfollate, in particolare a quelle che si trovano in rifugi collettivi. Abbiamo già fornito e distribuito 100 tonnellate di aiuti medici di emergenza agli ospedali per affrontare la grave scarsità e carenza di scorte, e altri aiuti medici arriveranno questa settimana.

L’Unicef chiede con urgenza un’immediata de-escalation e a tutte le parti di rispettare i propri obblighi secondo il diritto internazionale umanitario ad assicurare protezione alle infrastrutture civili e ai civili, compresi i bambini, gli operatori umanitari e il personale medico, Ciò include la facilitazione del movimento sicuro dei civili in cerca di sicurezza.
Lunedì è stato il giorno peggiore degli ultimi 18 anni in Libano. Questa violenza deve cessare immediatamente o le conseguenze saranno inconcepibili.”: Dichiarazione diEttie Higgins,Vice Rappresentante dell’Unicef in Libano.

Libano, come Gaza. La mattanza continua. E il mondo sta a guardare. 

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