Migranti, il Guardian e quel securitarismo che unisce la ducetta di Palazzo Chig e il laburista di Downing Street
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Migranti, il Guardian e quel securitarismo che unisce la ducetta di Palazzo Chig e il laburista di Downing Street

Benvenuto Guardian. Benvenuto, con tutta la tua autorevolezza, nella ahinoi ristretta cerchia di quanti, giornali e siti, non hanno mai smesso di denunciare la deriva securitaria della politica dell’Italia e dell’Europa sui migranti.

Migranti, il Guardian e quel securitarismo che unisce la ducetta di Palazzo Chig e il laburista di Downing Street
Starmer e Giorgia Meloni
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

19 Settembre 2024 - 14.38


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Benvenuto Guardian. Benvenuto, con tutta la tua autorevolezza, nella ahinoi ristretta cerchia di quanti, giornali e siti, non hanno mai smesso di denunciare la deriva securitaria della politica dell’Italia e dell’Europa sui migranti.

“La brutale verità dietro la riduzione dei migranti in Italia: pestaggi e stupri da parte delle forze finanziate dall’UE in Tunisia”: è la sintesi del documentato reportage dell’autorevole quotidiano britannico su una vergogna che Globalist denuncia da anni, con analisi, testimonianze, report di agenzie Onu (Unhcr in primis) e delle più autorevoli associazioni per i diritti umani (Amnesty International, Human Rigts Wattc etc).

Pestaggi, stupri, respingimenti in mare, segregazione forzata, migliaia di esseri umani, in maggioranza donne e bambini, deportati nel deserto e lasciati morire di fame e di sete. È l’inferno in terra, che il Guardian racconta con emozionante precisione. E tutto questa criminale brutalità è finanziata dalla civile Europa. Una Europa complice dei peggiori dittatori, autocrati, generali sanguinari, signori della guerra spacciati per statisti, dalla Libia alla Tunisia, dall’Egitto all’Algeria, all’Africa subsahariana. L’Europa è alla costante ricerca di “gendarmi del Mediterraneo” da coprire di euro o dollari per fare il lavoro sporco al posto suo. In nome di una “invasione” che non esiste. In questa nefanda politica, l’Italia è in prima fila.

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Ormai abbiamo perso il conto delle volte, innumerevoli, in cui la presidente del Consiglio si è recata a Tripoli o a Tunisi per omaggiare i satrapi locali e propagandare l’inesistente “piano Mattei” millantato dalla ducetta di Palazzo Chigi. Un “piano” che si risolve con i finanziamenti europei a criminali di guerra, come il generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, o al presidente xenofobo della Tunisia, Kaïs Saïed. Quelli commessi in Tunisia, come in Libia, sono crimini di Stato.

Compiuti da forze di polizia o sedicenti guardie costiere che annoverano nei loro ranghi equivoci personaggi spesso in combutta con i trafficanti di esseri umani.

C’è un altro aspetto di grande significanza politica nel reportage del Guardian. Un tema che da sempre sta a cuore a Globalist: l’omologazione securitaria dell’Europa. I governi cambiano colore, ma sui migranti la politica, al di là dei toni, resta pressoché la stessa: contrastare l’immigrazione, con ogni mezzo e a ogni costo. Ed è indicativo, sottolinea il quotidiano londinese, che a omaggiare Giorgia Meloni per la politica di contrasto ai migranti, sia oggi Keir Starmer, premier laburista del Regno Unito. La stima manifestata da Starmer nel suo recente incontro a Roma con Meloni, non si discosta di tanto da quello dispensato a piene mani, sempre nei confronti della securitaria de noantri, dal predecessore di Starmer al 10 di Downing Street, il conservatore Rishi Sunak. 

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Houston abbiamo un problema. Il problema di una sinistra, per quanto sbiadita, che sui migranti rincorre la destra, anche quella peggiore, sul terreno ad essa favorevole: quello securitario. Minniti docet. Urge un cambio radicale di visione, di politiche. In difesa dei più indifesi. Una sinistra che non lo fa non è degna di definirsi tale.

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