Renzi definisce 'paranoia' il complotto contro Arianna Meloni: "Da partitocrazia a parentocrazia"

Matteo Renzi, a la Stampa, sulla questione delle nomine nega l'esistenza di un complotto e dice che questo governo è come la Corea del Nord

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19 Agosto 2024 - 12.51


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Complottismo a livelli «Io non so cosa stia accadendo nella masseria pugliese della famiglia Meloni e perché le sorelle d’Italia siano così nervose. Noi abbiamo fatto ciò che deve fare l’opposizione: fare interrogazioni parlamentari. Arianna Meloni si è occupata o no di Rai, Fs e di tutto il resto? Se sì, basta dirlo. Se no, basta negarlo. Ma bisogna dirlo in Parlamento e lo deve dire il Governo. E invece qui si parte con gli insulti. Alcune senatrici meloniane hanno definito le nostre parlamentari «una muta di cani». Ma siamo pazzi? Va bene il caldo, ma qui si esagera. Non vorrei che la strategia delle Meloni fosse quella di alzare un polverone perché magari sanno qualcosa che noi non possiamo sapere. Sarebbe molto grave».

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Lo dice Matteo Renzi, a la Stampa, sulla questione delle nomine.

«Per me se Arianna Meloni partecipa al tavolo delle nomine non apre una questione giudiziaria, ma dimostra che abbiamo sostituito la partitocrazia con la parentocrazia. Per me è politica, non un reato. Capo del governo, sorella e cognato: una roba del genere esiste solo in Corea del Nord. Sono loro che la buttano sul giudiziario: o sanno qualcosa che noi non sappiamo o sono vittime di paranoia», aggiunge il leader di Iv.

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«Loro non possono giocare la carta del vittimismo giudiziario con me. Perché quando la mia famiglia ha avuto problemi di indagini, Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia ci hanno aggredito sui social, in aula, nelle piazze. Quando sono usciti i problemi del padre della Meloni, delle sue sorelle o comunque vicende legate alle famiglie di Giorgia o di altri, penso all’arresto del fratello di Donzelli, noi non abbiamo fiatato. Loro sono giustizialisti, noi siamo garantisti. Quando Fratelli d’Italia accusa noi di complottismo giudiziario si copre di ridicolo», dice ancora Renzi.

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