In Bolivia è finito sotto accusa da parte dell’attuale governo l’ex presidente Evo Morales, che ha governato dal 2006 al 2019. Secondo l’attuale esecutivo, Morales sta provando a «generare uno scenario di crisi strutturale fomentando blocchi stradali nel Paese per abbreviare il mandato di Luis Arce e imporre la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2025». Lo ha riferito la ministra Maria Nela Prada in una conferenza stampa.
«I blocchi pianificati da Evo Morales sono un duro colpo per l’economia, un assedio alle città, un soffocamento della produzione che mira a privare il Paese di carburante e cibo».
Nelle ultime settimane, la Bolivia ha registrato un aumento di alcuni prodotti alimentari che il governo ha attribuito a «speculazione» e «interessi politici personali».
Dal canto loro i rappresentanti delle imprese di trasporti pesanti – fedelissimi all’ex capo dello stato e leader del partito di maggioranza Movimento al Socialismo (Mas) – hanno annunciato uno sciopero giovedì 27 giugno, per protestare contro la mancanza di dollari, l’aumento dei prezzi del cibo e la mancanza di carburante.
La nuova crisi istituzionale in Bolivia si inserisce in una disputa di potere nel Mas e per il governo del Paese tra Arce e Moraes che si protrae dallo scorso anno.