L'oppositore russo Ilya Yashin messo in cella d'isolamento: volevano impedire l'incontro con i genitori
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L'oppositore russo Ilya Yashin messo in cella d'isolamento: volevano impedire l'incontro con i genitori

 L'oppositore Ilya Yashin, in carcere in Russia per essersi schierato contro la guerra in Ucraina, è stato rinchiuso nuovamente in cella di isolamento.

L'oppositore russo Ilya Yashin messo in cella d'isolamento: volevano impedire l'incontro con i genitori
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22 Maggio 2024 - 15.42


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 L’oppositore Ilya Yashin, in carcere in Russia per essersi schierato contro la guerra in Ucraina, è stato rinchiuso nuovamente in cella di isolamento. E questa volta proprio pochi giorni prima di un incontro previsto con i genitori, che pare essere così saltato. A denunciarlo sono lo stesso dissidente e i suoi alleati sul suo profilo Telegram in un post ripreso da Novaya Gazeta.

A Yashin sarebbero stati inflitti 15 giorni di cella di punizione. Ufficialmente – si legge nella pubblicazione su internet – perché si sarebbe alzato dal letto tre minuti dopo la sveglia. «Il vero motivo risiede nella decisione dell’amministrazione di evitare l’incontro con i miei genitori previsto dalla legge. L’inizio dell’incontro di tre giorni era previsto lunedì», afferma Yashin, citato dal suo canale Telegram.

«Cioè, non si sono limitati a rovinare l’appuntamento, ma hanno fatto in modo che il padre e la madre viaggiassero per 300 km con le loro valigie e giunti alla porta della colonia penale si sentissero dire che loro figlio era in una cella di punizione e dovevano tornare indietro».

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Il politico ha anche affermato che con il pretesto di un’ispezione gli sono stati confiscati tutti i libri, tranne la Bibbia. Yashin denuncia inoltre di non ricevere lettere da due settimane, di venire regolarmente perquisito e di essere stato privato di un asciugamano acquistato nel negozio del centro di detenzione.

Yashin, uno dei più noti oppositori russi, è detenuto in un carcere della regione di Smolensk. È stato condannato a otto anni e mezzo di reclusione da un tribunale di Mosca nel dicembre del 2022 per aver denunciato l’invasione dell’Ucraina e in particolare il massacro di civili a Bucha di cui sono accusate le truppe russe.

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