È l’ora di cambiare: decine di manifestanti si sono radunati davanti alla Knesset per chiedere nuove elezioni, accusando i partiti della coalizione al potere di essere «traditori che hanno rinunciato agli ostaggi». «La restituzione dei sequestrati non è un tema, è l’obbligo numero uno di questo governo. Gli ostaggi sono stati abbandonati e rapiti sotto il suo controllo e quindi deve fare di tutto per restituirli», ha affermato Merva Michaeli, presidente uscente dei laburisti.
Mor Shamgar, che guida la folla in cori infuocati contro il primo ministro Benjamin Netanyahu, ha sostenuto di essere stata un elettrice del Likud fino al 1999 quando lui ha preso il potere. «Ho lasciato quando ho capito chi è Netanyahu È preoccupato solo per se stesso», ha sottolineato.
Nella notte, un gruppo di familiari degli ostaggi si è accampato fuori dalla residenza a Gerusalemme di Netanyahu, esortandolo a trovare un accordo che assicuri il ritorno a casa dei 136 sequestrati ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Ieri sera, proprio il capo di governo ha respinto con fermezza le richieste del Movimento islamico, definendole condizioni per una «resa».
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