“Parlare di dialogo ora non ha senso, perché non c’è. L’unico terreno di dialogo diretto, di discussione, oggi è sulla liberazione degli ostaggi, ma non vi è altro”.
Lo sottolinea il Patriarca di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, parlando con AsiaNews. “Sono a conoscenza di altri contatti in corso, – dice – per capire cosa fare” in una fase successiva, ma anche in questo caso “mi sembra che non abbiano le idee molto chiare. Invece, quello che serve è proprio questo: una strategia, una prospettiva, visioni per il futuro” anche se al momento “il dialogo fra le due parti non ha molto senso”.
“Quello che vedo – osserva – è che tutti parlano del futuro dei palestinesi, però nessuno parla con i palestinesi. Per parlare di futuro bisogna parlare anche con loro, non solo su di loro. Invece, in questo momento non viene data loro voce”.
“Adesso – afferma il patriarca latino – servirebbe una nuova leadership” perché con quella attuale “non credo sia possibile costruire chiare prospettive” di dialogo. In passato, questo era il periodo in cui il patriarca visitava la comunità cattolica di Gaza, celebrando prime comunioni e cresime, visitando i malati. “Non esserci quest’anno -dice – è un grande dolore”.
Alla mancata tappa nella Striscia, anche il silenzio a Gerusalemme, a Betlemme, nella chiesa del Santo Sepolcro o alla Natività che, di questi tempi, erano gremite di pellegrini e luogo di preghiera, di pace. “Il silenzio e Gerusalemme deserta in un tempo di solito fecondo per i pellegrinaggi – afferma il cardinale – è un peso spirituale, umano, perché una città vuota è una città morta. Tuttavia, vi è anche un elemento economico, per tutti coloro i quali lavorano soprattutto in questo settore del turismo religioso”.
Argomenti: Palestina