Diversi attori implicati nella crisi di Gaza, tra questi «Qatar, Egitto, Stati Uniti, Spagna e Palestina», sono «al lavoro» per far sì che la tregua «si estenda».
Lo ha detto Riyad al-Maliki, ministro degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese, a margine del Forum dell’Unione del Mediterraneo di Barcellona. «Non sappiamo per quanto verrà estesa, ma la cosa più importante è estenderla perché ciò significa fermare i massacri», ha aggiunto Maliki, secondo cui la priorità ora è dire «no alla guerra e sì al cessate il fuoco», perché se finora a Gaza ci sono stati circa «15.000 morti», in caso di interruzione della tregua in corso tale numero potrebbe «raddoppiare».
Il ministro palestinese ha anche detto di «appoggiare molto» la decisione del premier spagnolo Pedro Saínchez di viaggiare in Medio Oriente la scorsa settimana e mostrare «la sua solidarietà con le vittime e con la giusta causa del popolo palestinese».