La mattanza di Gaza e un assedio ripugnante

L’agonia di Gaza. Una mattanza senza fine. L’inferno in terra. "Almeno 324 persone", tra cui 126 bambini e 88 donne, sono state uccise negli attacchi israeliani su Gaza nelle ultime 24 ore

La mattanza di Gaza e un assedio ripugnante
Bombe su Gaza
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

14 Ottobre 2023 - 14.29


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L’agonia di Gaza. Una mattanza senza fine. L’inferno in terra. “Almeno 324 persone”, tra cui 126 bambini e 88 donne, sono state uccise negli attacchi israeliani su Gaza nelle ultime 24 ore: lo ha dichiarato oggi il ministero della Sanità palestinese del movimento Hamas al potere a Gaza.

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Almeno 1.018 persone sono rimaste ferite nelle stesse circostanze, ha aggiunto il ministero in un comunicato. ù di 1.300 palazzi sono stati completamente distrutti nella Striscia di Gaza. E’ il bilancio dell’Onu, dopo una settimana di intensi bombardamenti da parte delle forze israeliane. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli affari umanitari ha affermato che 5.540 appartamenti “sono stati distrutti”, mentre quasi altri 3.750 sono stati così danneggiati da essere inabitabili.

L’appello di 11 Ong internazionali

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“Siamo allarmati dalla richiesta fatta dal governo di Israele a più di un milione di palestinesi di lasciare il nord di Gaza in meno di 24 ore. Israele deve revocare immediatamente questo ordine, poiché il trasferimento dell’intera popolazione, in tempi così brevi, mette a rischio la vita di coloro che sono costretti a fuggire. Nessuna garanzia è stata fornita per la loro sicurezza durante il transito o per la sicurezza dei civili rimasti nella Striscia di Gaza, mentre i combattimenti continuano.

Le agenzie umanitarie che operano a Gaza riferiscono che è in corso una crisi umanitaria di incredibile entità. Non ci sono strutture adeguate ad ospitare in sicurezza i residenti del nord di Gaza e la loro incolumità rimane a rischio, dato che gli attacchi aerei israeliani continuano a colpire il centro e il sud di Gaza.

Un trasferimento forzato, senza alcuna garanzia di sicurezza o di ritorno e senza provvedere ai bisogni della popolazione, rischia di equivalere a un trasferimento forzato, che è una grave violazione del diritto umanitario internazionale e codificato come crimine di guerra. Israele è tenuto, in base al diritto internazionale, a garantire la protezione di tutte le persone presenti sul posto e ad assicurare loro un supporto adeguato, anche concordando e facilitando i programmi di soccorso.

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L’orrenda violenza che ha travolto Gaza e Israele nell’ultima settimana ha già creato una crisi umanitaria gravissima. A oggi, più di 1.799 palestinesi sono stati uccisi a Gaza, più di 1.300 persone hanno perso la vita in Israele, compresi i cittadini stranieri, e 45 palestinesi in Cisgiordania.

Centinaia di bambini sono stati uccisi, mentre centinaia di migliaia di bambini e famiglie di Gaza sono già stati costretti a lasciare le loro case, interi quartieri sono stati distrutti e ridotti in macerie. Tuttavia, i recenti sviluppi indicano che la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare.

È per questo che i sottoscriventi, in qualità di leader di alcune delle più grandi organizzazioni umanitarie del mondo, chiedono che la comunità internazionale sostenga inequivocabilmente il diritto internazionale e dia priorità alla protezione dei civili per evitare ulteriori sofferenze e perdite di vite umane. Esortiamo pertanto i leader mondiali a:

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·         chiedere al governo di Israele di revocare immediatamente il suo ordine;

·         chiedere che tutte le parti accettino un’immediata cessazione delle ostilità;

·         chiedere la cessazione dell’uso di armi esplosive nelle aree popolate, dell’attacco ai civili, alle sedi inviolabili delle Nazioni Unite, alle scuole e agli ospedali in cui si rifugiano i civili;

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·         facilitare la fornitura di aiuti essenziali e salvavita, compresi cibo, acqua, forniture mediche e l’accesso del personale umanitario a Gaza;

·         facilitare immediatamente l’evacuazione medica dei bambini e delle famiglie che lo richiedono in Egitto, Cisgiordania o Israele;

·         garantire il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone private della libertà, in particolare dei bambini, delle donne incinte e delle madri con neonati o bambini piccoli, dei feriti e dei malati tenuti prigionieri dai gruppi armati a Gaza;

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·         garantire un passaggio sicuro alle famiglie che hanno bisogno e vogliono cercare rifugio in qualsiasi luogo si sentano al sicuro. Le famiglie hanno bisogno di un accesso adeguato alle informazioni sulle opzioni che hanno e di un tempo adeguato per farlo in sicurezza. Il governo israeliano ha l’obbligo, ai sensi del diritto umanitario internazionale, di fornire un rifugio sicuro e assistenza umanitaria ai civili sfollati a causa della sua offensiva, e tutto questo dovrebbe essere pianificato con cura prima di qualsiasi offensiva.  Chiunque cerchi sicurezza al di fuori della Striscia di Gaza deve essere immediatamente autorizzato a rientrare non appena cessano le ostilità, in linea con il suo diritto al rimpatrio o al ritorno ai luoghi di residenza abituale. Tutto questo deve essere garantito a livello internazionale.

Le famiglie che non possono o non vogliono lasciare le loro case continuano ad essere protette dal diritto internazionale umanitario, perché ci possono essere varie ragioni, tra cui le ostilità in corso, le strade impraticabili, le necessità sanitarie, le disabilità e la paura di uno sfollamento permanente.  Molti non hanno un altro posto dove andare.

Esortiamo il Segretario Generale dell’Onu António Guterres e i vertici delle Nazioni Unite a recarsi in visita d’emergenza nei Territori Palestinesi Occupati e in Israele, nel tentativo di garantire il rispetto del diritto internazionale e di dimostrare solidarietà alle persone colpite e agli operatori umanitari.

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Chiediamo ai leader mondiali e a tutti le forze coinvolte sul campo di dare priorità, sopra ogni cosa, a salvare le vite umane. Altrimenti rimarrà una macchia indelebile nella coscienza di tutti noi.

 I firmatari:


Olivier Longue Chief Executive Officer, Action Against Hunger – Spain
   
Mattias Brunander
Secretary General,
Diakonia  
   
Manuel Patrouillard
Global Managing Director,
Handicap International / Humanity & Inclusion
     
  Joël Weiler Chief Executive Officer, Médecins du Monde- France  
 
Nicolás Dotta Chief Executive Officer, Médecins du Monde- Spain  

Morgane Rousseau Chief Executive Officer,Médecins du Monde- Swiss  
 
Tjada D’Oyen McKenna
Chief Executive Officer,
Mercy Corps  

Jan Egeland
Secretary General,
Norwegian Refugee Council  
 
Amitabh Behar Executive Director Oxfam International  
   
Stephen Omollo, Chief Executive Officer, Plan International  
        Inger Ashing Chief Executive Officer, Save the Children International     
Rob Williams
Chief Executive Officer
War Child UK  

L’impegno dell’Unicef

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“Centinaia di migliaia di bambini e le loro famiglie hanno iniziato ieri a fuggire dal nord di Gaza in vista di imminenti attacchi su larga scala. Questo segue giorni di bombardamenti su Gaza dopo i brutali attacchi del 7 ottobre. A quasi una settimana dall’inizio della guerra, centinaia di bambini sarebbero stati uccisi e altre migliaia feriti. L’Unicef chiede un cessate il fuoco immediato. “La situazione è catastrofica, con bombardamenti incessanti e un aumento massiccio degli sfollati, bambini e famiglie. Non ci sono luoghi sicuri”, afferma in una nota il direttore generale Unicef Catherine Russell. “Un cessate il fuoco immediato e l’accesso umanitario sono le priorità assolute per consentire ai bambini e alle famiglie di Gaza di ricevere gli aiuti tanto necessari. Abbiamo bisogno di una pausa umanitaria immediata per garantire un accesso sicuro e senza ostacoli ai bambini bisognosi, indipendentemente da chi siano o da dove si trovino. Ci sono regole di guerra. I bambini di Gaza hanno bisogno di un supporto salvavita e ogni minuto è importante”. “Un bambino è un bambino. I bambini di tutto il mondo devono essere protetti in ogni momento e non devono mai subire attacchi”, prosegue Russell ribadendo l’appello del Segretario generale delle Nazioni unite a “revocare l’ordine a più di un milione di civili palestinesi di lasciare il nord di Gaza e a prendere tutte le misure possibili per garantire la loro sicurezza e protezione. Ogni bambino non merita di meno”. Il personale Unicef rimarrà nel sud della Striscia per continuare a fornire assistenza ai bambini bisognosi.

La testimonianza di Save the Children

«Siamo estremamente preoccupati per l’ordine militare israeliano di evacuare 1 milione di persone dal nord di Gaza in 24 ore, che avrà enormi conseguenze per i bambini. Chiediamo la sua revoca immediata e di consentire urgentemente l’accesso umanitario». A parlare è Inger Ashing, Ceo di Save the Children International, commentando le ultime notizie che arrivano dal fronte della guerra tra Israele Hamas, ormai al settimo giorno. E aggiunge: «Siamo molto allarmati per il peggioramento della situazione nei territori palestinesi occupati e in Israele».

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Save the Children «condanna con la massima fermezza l’uccisione di civili, soprattutto di bambini, che sono sempre i più vulnerabili in ogni conflitto e devono essere protetti – sono ancora le parole di Ashing -. Hanno il diritto a una vita libera dalla violenza e a vivere in pace, indipendentemente dal luogo in cui sono nati e da quello in cui vivono.  Il numero delle vittime – troppe delle quali sono minori – continua ad aumentare. Rapimenti, uccisioni e mutilazioni. Distruzione di case, ospedali e altre infrastrutture essenziali per il loro sostentamento. Sono tutte gravi violazioni dei diritti dei bambini. Quando è troppo è troppo- prosegue -. I bambini e le loro famiglie devono poter cercare sicurezza. L’assistenza umanitaria deve essere incrementata per rispondere alle esigenze della crisi, gli aiuti salvavita non possono essere negati ai bambini».

La denuncia di HRW

Ne scrive Lorenzo Poli su Infopal: “ Oltre a togliere luce, acqua, e gas alla popolazione di Gaza, 

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Israele con l’operazione “Spade di ferro” sembra stia facendo molto peggio.

Nei suoi attacchi contro i palestinesi a Gaza, nel 2009, l’esercito israeliano aveva utilizzato bombe al fosforo bianco particolarmente pericolose che causarono gravissime ustioni e lesioni agli organi vitali in centinaia di bambini e, in generale, a civili palestinesi.

Avvenne durante l’Operazione Piombo Fuso, in cui l’esercito israeliano attaccò il quartiere generale dell’Onu a Gaza. “Il Consiglio condanna l’utilizzazione di tali armi da parte di Israele? Ritiene che il loro utilizzo costituisca un crimine di guerra e intende provvedere affinché si eviti di continuare ad utilizzarle?” – è ciò che si domandava Athanasios Pafilis, durante un’interrogazione a febbraio 2009 al Parlamento Europeo.

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