Israele è la vittima di attacchi terroristici di massa commessi da Hamas ma la risposta rischia di andare contro il diritto internazionale.
«Il diritto internazionale definisce questa situazione una punizione collettiva, nella quale persone del tutto estranee ai combattimenti e alle ostilità che hanno la sfortuna di essere nate e di vivere a Gaza rischiano di pagare un prezzo altissimo: togliere a 2 milioni di persone forniture essenziali come elettricità o altro significa portarle a un livello di vita inaccettabile».
Lo ha detto, a LaPresse, Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, commentando quanto sta accadendo in Israele e nella Striscia di Gaza, sottolineando le condizioni dei civili, i più esposti in questo conflitto, a margine di una giornata che il Comune di Parma ha dedicato a Julian Assange.
Come ricordato dal portavoce di Amnesty Italia, «quando si taglia la luce, al di là del fatto che poi gli ospedali non funzionano, non si possono curare i feriti, se non c’è la benzina le ambulanze non accorrono» è difficile ricevere i messaggi di avvertimento, via sms, mandati da Israele «quando sta per bombardare». «Mi chiedo dove Israele consentirà che i telefoni si ricarichino per ricevere quegli avvisi e provare a salvarsi la vita».
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