Siberia, una destinazione tradizionale per relegare dissidenti ed oppositori. È qui, a 2.700 chilometri da Mosca, nel carcere di massima sicurezza IK-6 di Omsk, che Vladimir Kara-Murza è stato trasferito. Deve scontare una condanna di venticinque anni per “tradimento” e per aver denunciato l’intervento militare di Mosca in Ucraina. Kara-Murza, con doppia cittadinanza russa e britannica, soffre di una grave polineuropatia causata da due tentativi di avvelenamento. Sarà rinchiuso in una colonia penale con condizioni di detenzione che sembrano non rispettare i diritti umani fondamentali.
L’avvocato di Kara-Murza, Vadim Prokhorov, ha ironizzato amaramente sul viaggio verso i remoti confini della Russia, dicendo che “nel XXI secolo, è durato non meno di tre settimane”. Durante questo periodo, l’oppositore è stato trattenuto in isolamento per diversi giorni in una prigione nella città di Samara, nel cuore della Federazione. Questa pratica è purtroppo comune nei trasferimenti dei prigionieri condannati a lunghe pene, come nel caso di Kara-Murza. La sua condanna è giunta dopo un processo a porte chiuse che lo ha riconosciuto colpevole di diffondere “false informazioni” sull’esercito russo e di avere legami con un’organizzazione considerata illegale.
La condanna di Kara-Murza è la più pesante inflitta a un oppositore negli ultimi anni, superando persino quella di 19 anni comminata ad Aleksei Navalny. Questo evidenzia una crescente repressione autoritaria sotto il governo di Vladimir Putin, che ha praticamente eliminato tutte le voci di dissenso. Ma la stretta del regime sulla società russa mira anche a plasmare il futuro fin dai primi anni di istruzione.
In molte scuole della Federazione, dal Pacifico al Mar Nero, i bambini, vestiti con uniformi, sono coinvolti in esercitazioni di marcia e ai più grandi vengono insegnate abilità militari come la costruzione di trincee, il lancio di granate e l’uso di munizioni reali. Questo non è un’iniziativa sporadica, ma una modifica strutturale nel sistema scolastico. Dopo la firma, da parte di Putin, di una legge ad hoc in agosto, è stato introdotto un nuovo corso obbligatorio: “Fondamenti di sicurezza e difesa della madrepatria”. Successivamente, il ministero dell’Istruzione ha promosso cicli di lezioni che comprendono visite a unità militari, competizioni sportive a tema militare, incontri con militari e veterani, e lezioni sulle tecnologie dei droni.
Nel frattempo, dopo la sconfitta subita a Sebastopoli a seguito dell’attacco ucraino che ha messo a dura prova la flotta russa nel Mar Nero, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha ribadito la posizione di Mosca contraria a una tregua, ma ha manifestato una generale disponibilità a negoziare. “Sì, siamo pronti per i negoziati, ma non prenderemo in considerazione alcuna proposta per un cessate il fuoco, perché ci avevamo pensato una volta, ma ci avete ingannato”, ha dichiarato Lavrov citando Putin, in una conferenza stampa al termine del suo discorso all’Assemblea generale dell’Onu.