La via della pace è lunga e complicata: “Cercare di togliere tutti gli ostacoli», a cominciare dalle minacce di una escalation nucleare, «e arrivare a un cessate il fuoco e al negoziato». Sono questi gli obiettivi di fondo della missione di pace che il Papa ha affidato al cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, per cercare di aiutare a porre fine al conflitto in Ucraina. Lo ha detto il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin a margine della presentazione del «Progetto San Bartolomeo».
Alla domanda se oltre ai due interlocutori, Kiev e Mosca, non si escluda un dialogo con Usa e Cina, Parolin ha risposto: «Per la pace non escludiamo nessuno», chiarendo che tuttavia al momento non c’è nulla di concreto. È quanto scrive Vatican News.
Parolin ha parlato anzitutto di «speranza»: quella, dice, «ci deve essere sempre». «Ieri sera qualcuno mi diceva che noi credenti non possiamo mai perdere la speranza. Io mi fondo su questa affermazione…». Sulla missione di Zuppi, il cardinale spiega che non c’è alcuna pretesa di «arrivare a creare le condizioni per la pace», ma di creare «un clima» che possa favorire la cessazione del conflitto.
Sulla minaccia nucleare che aleggia sulla guerra in corso da oltre un anno, il segretario di Stato ribadisce che essa potrebbe certamente rappresentare «un ostacolo»: «Tutto quello che comporta una escalation è un ostacolo alla pace», dice. «La missione è in questo senso: cercare di togliere tutti gli ostacoli e arrivare a un cessate il fuoco e al negoziato»
Il cardinale – scrive ancora il portale vaticano – ha sottolineato come sia difficile parlare di mediazione senza creare le condizioni o comunque «un’atmosfera» che possa portare a qualche passo in avanti per la pace.