Una protesta pacifista che ha avuto un esito drammatico: un tribunale militare russo ha condannato a 13 anni di reclusione un cittadino kazako con l’accusa di aver incendiato un centro di reclutamento a Omsk, in Siberia: lo riferisce la portavoce regionale dei servizi di sicurezza russi (Fsb), Irina Rusnak, ripresa dall’agenzia Interfax.
Secondo gli inquirenti, l’imputato avrebbe incendiato assieme a un complice il centro di reclutamento, lanciando alcune molotov, nel maggio del 2022. La versione dei fatti avanzata dalla pubblica accusa sostiene che l’uomo abbia detto agli investigatori di aver ricevuto la proposta di appiccare l’incendio da un utente internet in cambio di 6 milioni di tenge (circa 12.000 euro al cambio attuale) «per destabilizzare il funzionamento delle agenzie esecutive e ostacolare il reclutamento di volontari» per la guerra in Ucraina.
Le accuse rivolte agli imputati dalle autorità russe non sono però verificabili in maniera indipendente. Secondo la polizia, le persone accusate non hanno ricevuto denaro per l’incendio.