Ucraina: la guerra che non può finire perché è “teatro di guerra”
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Ucraina: la guerra che non può finire perché è “teatro di guerra”

L’Ucraina è ormai un teatro di guerra, cioè un luogo ormai divenuto simbolico dove due diverse visioni del mondo si danno battaglia

Ucraina: la guerra che non può finire perché è “teatro di guerra”
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David Grieco Modifica articolo

19 Febbraio 2023 - 14.32


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Fanno sorridere le previsioni, giorno per giorno smentite dalla realtà, sulla fine della guerra in Ucraina. Oggi su Repubblica Jurgen Habermas, in un articolo lungo tre pagine dal titolo degno di un film horror (“Europei in guerra come sonnambuli sull’orlo dell’abisso”) sviscera minuziosamente tutte le complesse problematiche legate al conflitto in corso fino a perdersi tuttavia nei suoi stessi ragionamenti e a non afferrare un’immagine globale della situazione in Ucraina che sembra diventare ogni giorno più nitida.

L’Ucraina è ormai un teatro di guerra, cioè un luogo ormai divenuto simbolico dove due diverse visioni del mondo si danno battaglia. Per fare un esempio, è un po’ come Israele e la Palestina, dove la guerra, una guerriglia sporca e strisciante, non si è mai interrotta e non accenna mai veramente a fermarsi.

In Ucraina c’è Zelensky con dietro di se’ tutto quello che una volta chiamavamo il mondo occidentale. È un consumato attore che ogni giorno irrompe sui nostri schermi, sui nostri palcoscenici, nelle nostre più importanti cerimonie pagane, e ci incita ad armarlo sempre di più “fino alla vittoria”.

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Ma qual è la vittoria, dov’è la vittoria? In Ucraina sono stati già barbaramente uccisi più di mezzo milione di esseri umani (ucraini e russi), lì si combatte corpo a corpo come nella più arcaica delle guerre e intanto altri milioni di ucraini sono fuggiti da tempo per diventare in prospettiva cittadini di altri paesi europei.

Dall’altra parte c’è Putin, che sembra solo ma non lo è (perché la Cina e molti paesi di quello che chiamavamo il Terzo Mondo sono dalla sua parte), che sembra malato ma appare in ottima salute, che sembra sul punto di essere destituito da qualcuno che non esiste e che anche se esistesse potrebbe persino essere peggiore di lui.

Eccola, la Terza Guerra Mondiale. È questa. Il mondo diviso in due nell’inestricabile conflitto ucraino. Un conflitto destinato a durare un tempo incalcolabile perché fa comodo a tutti come monito simbolico per scongiurare un possibile conflitto molto, ma molto più esteso.

Siamo pronti a scommettere che questo teatro di guerra andrà in scena ancora a lungo, molto a lungo, con repliche infinite, come un dramma shakespeariano. Con buona pace del povero popolo ucraino, sterminato e sacrificato da ambo le parti con bieco cinismo.

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