Il presidente siriano Bashar al-Assad è in visita ad Aleppo, una delle città più colpite dal sisma di lunedì scorso. Le immagini del leader accompagnato dalla moglie all’ospedale universitario di Aleppo sono state diffuse dal suo staff. L’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite, Bassam Sabbagh, aveva chiesto che Damasco fosse destinataria di tutti gli aiuti internazionali per la Siria, anche quelli destinati alle aree controllate dai ribelli, provocando la reazione internazionale di chi considera che Assad voglia strumentalizzare l’emergenza per colpire ancora più duramente gli avversari nella guerra civile che dura da 12 anni. Oggi ad Aleppo è in visita anche il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Il governo siriano ha annunciato stamani che le aree siriane colpite dal terremoto sono “zona disastrata”, e questo per accelerare le procedure interne e internazionali per l’invio e la gestione dei soccorsi umanitari. Finora sei camion delle Nazioni Unite sono entrati attraverso il valico di Bab al Hawa con coperte, materassi e tende da campo per circa 5mila persone ma, riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, un altro convoglio dell’Onu è pronto a entrare dalla Turchia nelle aree siriane del nord-ovest fuori dal controllo governativo e colpite dal terremoto. In base al meccanismo Onu rinnovato ogni sei mesi col placet della Russia alleata di Damasco, i convogli umanitari internazionali possono entrare dalla Turchia nella Siria nordoccidentale solo attraverso il valico di Bab al Hawa.
In seguito alla catastrofe umanitaria , gli Stati Uniti hanno annunciato la sospensione temporanea di alcune sanzioni economiche al governo centrale di Damasco. In una circolare diffusa dal Dipartimento del Tesoro di Washington e ripresa da media internazionali e siriani, si stabilisce una “licenza generale per autorizzare gli sforzi di soccorso in caso di terremoto in modo che coloro che forniscono assistenza possano concentrarsi su ciò di cui c’è più bisogno: salvare vite e ricostruire”. Da decenni gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni economiche, finanziarie e commerciali al governo siriano, rinforzandole ulteriormente nel 2020. Le sanzioni statunitensi alla Siria “non ostacoleranno” il salvataggio di vite umane dopo il terremoto di lunedì in Siria e Turchia, si legge nel documento allegato alla circolare del Dipartimento del tesoro. Il governo statunitense aveva annunciato ieri l’impegno per 85 milioni di dollari in aiuti umanitari destinati alle aree disastrate in Siria. L’esenzione temporanea delle sanzioni, valida fino a fine luglio prossimo, riguarda transazioni economiche verso le aree governative per l’esclusivo uso umanitario relativo all’emergenza post-terremoto.