Francesco: "Non è una guerra tra Russia e Ucraina ma è una guerra mondiale"

Lo ha detto Papa Francesco il 15 settembre scorso, nel corso del suo viaggio apostolico in Kazakistan, dove ha incontrato 19 gesuiti che operano nella cosiddetta regione russa della Compagnia di Gesù

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28 Settembre 2022 - 17.56


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Non di un conflitto regionale ma di una guerra mondiale. “È quello che bisogna fare: liberare i cuori dall`odio. Dal primo giorno della guerra fino a ieri ho parlato costantemente di questo conflitto, facendo riferimento alle sofferenze dell`Ucraina”. E poi: «È in corso una guerra e credo sia un errore pensare che sia un film di cowboy dove ci sono buoni e cattivi. Ed è un errore anche pensare che questa è una guerra tra Russia e Ucraina e basta. No: questa è una guerra mondiale». 

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Lo ha detto Papa Francesco in una intervista, che sarà pubblicata sul prossimo numero de “La Civiltà Cattolica“, e rilasciata il 15 settembre scorso, nel corso del suo viaggio apostolico in Kazakistan, dove ha incontrato 19 gesuiti che operano nella cosiddetta “Regione russa” della Compagnia di Gesù. Il papa ha rivelato poi di aver pensato subito di andare in Ucraina ma, ha aggiunto, “mi sembra che la volontà di Dio sia di non andare in questo preciso momento; vediamo poi in seguito, però”. Ha infine rivelato di essere intervenuto per lo scambio di alcuni prigionieri.

“È venuto anche un capo militare che si occupa dello scambio dei prigionieri, sempre con l’assessore religioso del presidente Zelensky. – è stata la ricostruzione del Papa – Questa volta mi hanno portato una lista di oltre 300 prigionieri. Mi hanno chiesto di fare qualcosa per operare uno scambio. Io ho subito chiamato l’ambasciatore russo per vedere se si poteva fare qualcosa, se si potesse velocizzare uno scambio di prigionieri”.

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Nel corso dell’incontro con i suoi confratelli gesuiti, Francesco ha ripercorso le tappe del suo costante impegno nella denuncia della “terza guerra mondiale” in corso ed il suo sostegno alle popolazioni colpite, in primis quella ucraina.

“Perché nelle guerre a soffrire è il popolo, la gente. – ha poi detto – A pagare è la povera gente, come sempre. E questo genera odio. Chi fa la guerra dimentica l`umanità e non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto interessi di parte e di potere. La gente comune in ogni conflitto è la vera vittima, che paga sulla propria pelle le follie della guerra”.

 Ripercorrendo questo difficile periodo Francesco ha citato quello che molti commentatori hanno definito un ‘incidente di percorso’, quando ha citato la figlia dell’ideologo di Putin, come una delle vittime del conflitto dopo che la stessa era stata uccisa in un attentato. “Ho fatto riferimento anche a quella ragazza che è saltata in aria. A questo punto si è dimenticato tutto ciò che avevo detto fino a quel momento e si è prestata attenzione solamente a quel riferimento. – ha ricordato il Papa – Ma comprendo le reazioni della gente, perché sta soffrendo molto”.

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Voglio ricordare che il giorno dopo l`inizio della guerra sono andato all`Ambasciata russa. – ha quindi proseguito Papa Bergoglio nella sua conversazione-intervista – Si è trattato di un gesto inusuale: il Papa non va mai in Ambasciata. Riceve gli ambasciatori personalmente solamente quando presentano le credenziali, e poi al termine della loro missione in visita di congedo. Ho detto all`ambasciatore che avrei voluto parlare con il presidente Putin purché mi lasciasse una piccola finestra di dialogo. Ho anche ricevuto l`ambasciatore ucraino e parlato due volte con il presidente Zelensky al telefono. Ho inviato in Ucraina i cardinali Czerny e Krajewski, che hanno portato la solidarietà del Papa. Il segretario per i rapporti con gli Stati, mons. Gallagher, è andato in visita”. Un intenso lavoro anche diplomatico che però si inserisce nel ruolo della Santa Sede.

“La presenza della Santa Sede in Ucraina ha il valore di portare aiuto e sostegno. È un modo per esprimere una presenza. – ha quindi concluso – Anch`io avevo in mente di poter andare. Mi sembra che la volontà di Dio sia di non andare in questo preciso momento; vediamo poi in seguito, però”.

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