No all’aggressione della Russia e no a finire sotto il tallone di Mosca. Decine di migliaia di persone si sono radunate nelle strade della capitale georgiana, Tbilisi, per chiedere l’adesione al blocco europeo dell’ex repubblica sovietica: sventolando bandiere europee e georgiane, circa 60mila manifestanti, si sono radunati davanti al Parlamento.
Solo venerdì scorso la Commissione europea ha raccomandato di attendere prima di concedere lo status di candidato a Tbilisi. Anche la presidente della Georgia, Salomé Zurabishvili, ha scritto ai leader dell’Unione per chiedere loro di sostenere le aspirazioni europeiste del Paese caucasico: «Ho inviato missive in questo momento decisivo e storico per la Georgia, a tutti i miei colleghi, per proteggere i nostri interessi», ha reso noto, annunciando che spera di essere ascoltata al vertice Ue in programma il 23 e 24 prossimi.
Zurabishvili ha osservato che tutti i leader dell’Ue «devono essere consapevoli di quanto siano importanti questi giorni per il futuro europeo della Georgia»: nel passato «la Georgia non poteva nemmeno sognare che la Commissione europea avrebbe raccomandato al Consiglio Ue di riconoscere le prospettive europee della Georgia. Per ora non ci danno lo status di candidato, ma ci danno la speranza che lo saremo se adotteremo le misure necessarie e applicheremo le riforme indicate». Nel frattempo, nel centro di Tbilisi, diverse migliaia di manifestanti si erano radunati con gli striscioni «Verso la nostra casa, l’Europa», una marcia organizzata dal principale partito di opposizione, il Movimento Nazionale Unito (Mnu).
«Vogliamo muoverci verso l’Europa e non tornare in Unione Sovietica, motivo per cui la nostra manifestazione è un referendum», ha spiegato Bachan Dolidze, uno dei leader della Mnu. Una richiesta rilanciata da presidente del Parlamento, dalla presidente del parlamento, Shalva Papuashvili, deputato del partito al governo Sogno Georgiano, secondo cui Tbilisi «soddisferà tutte le richieste dell’Ue» e riceverà «entro la fine dell’anno lo status di candidato».
La Commissione ha fatto 12 raccomandazioni per la Georgia e ha promesso di riesaminare la loro attuazione entro la fine del 2022: tra le misure che Bruxelles si aspetta, la riduzione della polarizzazione politica, l’attuazione di riforme giudiziarie e democratiche, il rafforzamento delle istituzioni. Secondo i sondaggi, l’ingresso della Georgia -che conta 3,7 milioni di abitanti- nell’Ue è sostenuta dall’80% dei cittadini.