Vertice ad Ankara fra Cavusoglu e Lavrov sul grano. Mosca: "Sminate i porti e non attaccheremo". Kiev: "Non vi crediamo"
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Vertice ad Ankara fra Cavusoglu e Lavrov sul grano. Mosca: "Sminate i porti e non attaccheremo". Kiev: "Non vi crediamo"

La creazione di corridoi sicuri per permettere a navi commerciali di trasportare grano ucraino attraverso il mar Nero è il tema centrale dell'incontro tra i ministri nella capitale turca.

Vertice ad Ankara fra Cavusoglu e Lavrov sul grano. Mosca: "Sminate i porti e non attaccheremo". Kiev: "Non vi crediamo"
Lavrov e Cavusoglu
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8 Giugno 2022 - 15.03


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La Turchia afferma la “preparazione tecnica” per creare corridoi sicuri per il trasporto di grano dai porti dell’Ucraina attraverso il mar Nero “sarà completata il prima possibile”. La Russia assicura che non attaccherà se l’Ucraina inizierà attività di sminamento presso i suoi porti per fare passare navi che trasportano grano. L’Ucraina non si fida e si rifiuta di sminare il porto di Odessa per consentire la ripresa dell’export di grano, perché teme che le forze russe attacchino la città. Non è facile la mediazione turca per sbloccare le consegne di grano ucraino. 

Vertice ad Ankara fra il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu e l’omologo russo Serghei Lavrov. “Siamo pronti a lavorare per mettere in sicurezza l’uscita delle navi dai porti dell’Ucraina, siamo pronti a collaborare con i nostri omologhi turchi su questo” ha affermato Lavrov durante una conferenza stampa congiunta trasmessa dalla Tv di Stato. Con il ministro turco abbiamo parlato “dei problemi di trasporto del grano ucraino che i colleghi occidentali cercano di presentare come una catastrofe: in realtà solo meno dell’1% della produzione mondiale di grano e di altri cereali bloccati. Questo non ha a che fare con la crisi alimentare”. Lavrov ha tuttavia detto di apprezzare “gli sforzi dei nostri amici turchi per per sbloccare il grano, sminare i porti ucraini e permettere l’accesso alle navi straniere che al momento sono in ostaggio”. Però il presidente ucraino Zelensky, ha detto Lavrov, “si oppone categoricamente allo sminamento delle coste per consentire alle navi di lasciarle i porti. La palla adesso è nelle loro mani”.

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In effetti Sergey Brachuk, portavoce dell’amministrazione regionale di Odessa, esclude che si possa sminare il porto adesso, perché la Russia “vorrà attaccare. La flotta russa del mar Nero farà finta di ritirarsi verso la Crimea. Ma non appena avremo autorizzato l’accesso al porto di Odessa, la flotta russa sarà lì”, ha detto poco prima delle dichiarazioni di Lavrov da Ankara. Su richiesta dell’Onu, la Turchia ha offerto di scortare i convogli marittimi dai porti ucraini, nonostante la presenza di mine. Per Bratchouk, Kiev deve ottenere missili anti-nave e i convogli di grano ucraini devono essere scortati “dai paesi della Nato”. La quantità di grano ucraino bloccato a causa della guerra è compresa tra 20 e 25 milioni di tonnellate, ma potrebbe in autunno raggiungere i 75 milioni di tonnellate, secondo il presidente Volodymyr Zelensky.

La Turchia specifica che manca ancora il via libera alla partenza delle navi di derrate bloccate dai porti ucraini. “È necessario che un piano per portare il grano fuori dal Mar Nero sia approvato sia dalla Russia che dall’Ucraina. Abbiamo proposto un vertice a Istanbul cui partecipino anche le Nazioni Unite per mettere a punto un meccanismo che sblocchi la situazione. È necessario che il frumento ucraino raggiunga i mercati, ma troviamo legittime anche le richieste della Russia che vuole che vengano aboliti i blocchi all’export dei prodotti russi, in primo luogo cereali e fertilizzante. Allo stesso tempo riteniamo necessario doverci occupare di tutti gli aspetti relativi la logistica del trasporto e la sicurezza delle navi. È necessario mettere a punto un meccanismo che consenta a tutto il mondo di trarre benefici dai prodotti che ora sono bloccati nei porti ucraini”, ha detto il ministro Cavusoglu.

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Anche l’Italia sta sostenendo l’impegno della comunità internazionale per risolvere la crisi alimentare mondiale: “Assistere l’Ucraina nell’esportazione dei milioni di tonnellate di grano e generi alimentari attualmente bloccati nei suoi silos è un’emergenza. Il premier Mario Draghi ha discusso di questo problema con il presidente Putin e il presidente Zelensky. L’Italia sostiene gli sforzi dell’Onu e dell’Ue per affrontare questo problema e ringrazia la Presidenza tedesca del G7 per il suo impegno. Continueremo a contribuire attivamente a tutti gli sforzi internazionali per trovare una soluzione” ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, al Dialogo Ministeriale Mediterraneo sulla Crisi Alimentare alla Farnesina. “Noi apprezziamo tutti i tentativi di mediazione e speriamo che il dialogo tra i ministri degli Esteri russo e turco possa portare a passi avanti sullo sblocco delle derrate alimentari fermi nei porti ucraini a causa del conflitto. Ma prima delle parole vogliamo vedere i fatti. Ci aspettiamo fatti concreti dalla Russia rispetto allo sblocco” del grano, perché “bloccare le esportazioni del grano significa tenere in ostaggio e condannare a morte milioni di bambini, donne e uomini lontano dal fronte del conflitto. La Russia, usando il cibo come arma di guerra, si sta macchiando di altri crimini, che si aggiungono alle atrocità già commesse sul suolo ucraino e che sono sotto gli occhi di tutti”.

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Dure le parole di Ursula von der Leyen a Strasburgo. La crisi alimentare e del grano ucraino è frutto di “un freddo, insensibile e calcolato assedio di Putin ad alcuni dei Paesi e delle persone più vulnerabili del mondo. Il cibo è diventato parte dell’arsenale del terrore del Cremlino” ha detto la presidente della Commissione Ue.

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