Ucraina, pubblicati i messaggi di un soldato alla moglie: "I cadaveri si decompongono accanto a noi"
Top

Ucraina, pubblicati i messaggi di un soldato alla moglie: "I cadaveri si decompongono accanto a noi"

Intrappolati nell'acciaieria Azovstal, i racconti di Fedosiuk e dei suoi compagni fa capire la durezza del momento nei dintorni di Mariupol.

Ucraina, pubblicati i messaggi di un soldato alla moglie: "I cadaveri si decompongono accanto a noi"
Preroll

globalist Modifica articolo

12 Maggio 2022 - 14.43


ATF

I messaggi di Arseniy Fedosiuk, uno dei combattenti del battaglione Azov intrappolato nell’acciaieria di Mariupol, sono state pubblicate dal Corriere della Sera.

3 maggio: “I loro corpi vanno in decomposizione, non è giusto essere privati anche della sepoltura!”. 9 maggio: “Mi puoi cercare un articolo su come sopravvivere il più a lungo possibile senza bere acqua?”. Chi scrive è l’ultimo baluardo della resistenza ucraina. Il soldato, nato 29 anni fa in un piccolo centro nella regione di Kiev, scrive alla moglie Yulia. Il Corriere della Sera ha messo insieme i messaggi e i colloqui avvenuti tra l’uomo e la donna dal 24 febbraio ad oggi. Dalle conversazioni emerge in particolare la situazione straziante vissuta dai soldati nell’acciaieria di Mariupol. Proprio la moglie Yulia ieri ha incontrato il Papa a margine dell’udienza generale in piazza San Pietro insieme a Kateryna Prokopenko, moglie del super comandante del reggimento. Le due donne hanno chiesto al Pontefice di salvare i loro mariti. Nel frattempo l’acciaieria veniva attaccata non solo con missili e artiglieria, ma anche con i carri armati. 

Il 3 maggio scorso Fedosiuk ha parlato alla moglie del fatto che non si riescono a seppellire i morti dentro l’acciaieria. “Oggi è morto un altro caro amico. Era ferito ma non potevamo curarlo, ci mancano i mezzi. È il terzo in pochi giorni che se ne va così. In questi anni eravamo diventati come fratelli. Sto male. Mi fa male anche pensare che non possiamo neanche seppellirli. Non abbiamo celle frigorifere. I loro corpi vanno in decomposizione, non è giusto essere privati anche della sepoltura! Non possiamo non pensare alle nostre vite appese a un filo, al nostro destino. Per noi ogni giorno, ogni ora potrebbe essere l’ultima” ha scritto l’uomo. Il 5 maggio invece ha detto alla donna che i soldati dentro Azostal si sentono abbandonati da Kiev. “La resa non è un’opzione, verremmo torturati e uccisi. Ma fino a quando possiamo resistere? Zelensky potrebbe spingere di più sulla via diplomatica, non credi?” ha affermato.

Il 6 maggio invece ha scritto: “Sono giorni ormai che non vediamo la luce. Siamo come talpe che si muovono senza sosta: anche se siamo a corto di armi, siamo riusciti a respingere i tentativi dei nemici di farsi strada nei sotterranei. Ma anche di notte non c’è pace: faccio incubi tremendi”. L’8 maggio ha raccontato alla moglie che non tutti i civili dentro l’acciaieria hanno scelto di andarsene. “Dicono che hanno evacuato tutti i civili, ma c’è la famiglia di un soldato che ha preferito restare qui dentro per evitare di finire nei campi di filtraggio ed essere spedito in Russia” ha affermato. Mentre il 9 maggio ha chiesto alla moglie di fargli un favore. “Sta finendo anche l’acqua dei macchinari, la stiamo centellinando, mi puoi cercare un articolo su come sopravvivere il più a lungo possibile senza bere acqua?”.

Nei giorni precedenti l’uomo ha tenuto aggiornata la moglie su ciò che stava accadendo a Mariupol. Da quando i russi si stavano avvicinando alla città, fino a quando l’hanno conquistata quasi del tutto. 

Native

Articoli correlati