Ue, Letta dopo il veto ungherese: "Per non bloccare l'Europa togliamo il meccanismo dell'unanimità"
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Ue, Letta dopo il veto ungherese: "Per non bloccare l'Europa togliamo il meccanismo dell'unanimità"

Letta vede nella Convenzione del 9 maggio, una possibile svolta per l'Europa: "Col veto ci blocchiamo sempre. L'Ungheria, per esempio, con Orban, ha fcoltà di farlo ogni volta che vuole"

Ue, Letta dopo il veto ungherese: "Per non bloccare l'Europa togliamo il meccanismo dell'unanimità"
Enrico Letta
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5 Maggio 2022 - 11.44


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Il segretario Pd Enrico Letta, commentando le divisioni europee sulle sanzioni, indica la strada giusta per riformare i trattati dell’Ue. “Il 9 maggio può partire la Convenzione per la riforma dei trattati, proprio con l’obiettivo di eliminare il meccanismo dell’unanimità e del diritto di veto su molte materie. Sono molto fiducioso, da qui può nascere la svolta per una vera Europa federale”.

“L’Europa – osserva Letta su la Repubblica – si blocca quando regole come quelle attuali consentono a un singolo Paese di esercitare il diritto di veto. L’Ungheria di Orbàn, per fare un esempio non casuale, ha facoltà di farlo ogni volta che ritiene. Come se in Italia, dopo una decisione del governo nazionale, arrivassero le Marche e dicessero: ‘fermi tutti’. Non si può andare avanti così”.

Quanto all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione, Letta auspica “un percorso con due passaggi. Il primo è la costruzione di una Confederazione europea che comprenda gli attuali 27 Stati membri della Ue e i 9 Paesi interessati all’ingresso, tra cui l’Ucraina, per stabilire indirizzi comuni di politica estera e principi guida dello Stato di diritto. La confederazione sarà l’anticamera dell’adesione vera e propria alla Ue. Va fatta subito, perché non si può chiedere agli ucraini di aspettare dieci anni prima di entrare a far parte della famiglia europea. Il secondo piano è appunto l’Ue che si integra definitivamente in logica federale con eliminazione del diritto di veto e creazione del Pilastro Sociale e dell’Unione della Difesa e della Politica Estera”.

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Un passaggio dell’intervista riguarda, ovviamente, la politica italiana. E, in particolare, la contestazione sempre più forte da parte di Conte (alleato di governo) e Salvini della strategia degli aiuti militari a Kiev. “Sto ai fatti. Per ora abbiamo sempre votato tutti insieme e non c’è stato alcuno smarcamento concreto. Se cambierà qualcosa, dovrà essere il Parlamento a stabilirlo”.

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