Ucraina, l'Osce accusa la Russia: "Con rapimenti e uccisioni ha violato il diritto umanitario e internazionale"
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Ucraina, l'Osce accusa la Russia: "Con rapimenti e uccisioni ha violato il diritto umanitario e internazionale"

I risultati della missione dell'Osce istituita a metà marzo su richiesta dell'Ucraina sulle prime cinque settimane di guerra, sull'intero territorio del Paese

Ucraina, l'Osce accusa la Russia: "Con rapimenti e uccisioni ha violato il diritto umanitario e internazionale"
Guerra in Ucraina
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13 Aprile 2022 - 17.21


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Non solo Kiev ma anche altre organizzazioni testimoniano le violazioni umanitarie dei russi.

 La missione dell’Osce istituita a metà marzo su richiesta dell’Ucraina sulle prime cinque settimane di guerra, sull’intero territorio del Paese (incluse quindi le Repubbliche autonome di Donetsk e Luhansk e la Crimea, ndr) ha individuato “un chiaro disegno di violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle forze russe nel loro condurre le ostilità”, in particolare, con uccisioni mirate, sparizioni forzate, rapimenti di civili, inclusi giornalisti e amministratori locali. 

Le informazioni sulle atrocità di Bucha e delle altre località dei dintorni di Kiev dopo il ritiro delle forze russe sono arrivate quando il rapporto era già in fase di chiusura, si precisa.

“Se le forze russe avessero osservato i loro obblighi in termini di distinzione, proporzionalità, e precauzioni negli attacchi, e in particolare contro siti protetti come gli ospedali, il numero di civili uccisi o feriti sarebbe stato molto più basso, sarebbero stati danneggiati o distrutti molto meno case, ospedali, siti culturali, scuole, edifici di appartamenti, centrali elettriche e bacini d’acqua”.

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“Inoltre, la maggior parte dei comportamenti adottati dalle forze russe nelle parti dell’Ucraina occupate prima o dopo il 24 febbraio 2022, anche con i ‘proxies’ nelle Repubbliche di Donetsk e Luhansk, viola il diritto umanitario internazionale dell’occupazione militare, si legge inoltre nel rapporto in cui si citano “alcune violazioni e problemi riguardo a pratiche attribuibili agli ucraini”, in particolare, riguardo al trattamento dei prigionieri di guerra che, all’inizio sono stati considerati come criminali di guerra e sono stati trattati in modi incompatibili con la Convenzione di Ginevra”.

Ma le accuse formulate dalla Russia “generalmente non hanno potuto essere confermate”. Sono state trovate “prove credibili che suggeriscono violazioni perfino dei diritti più fondamentali, come quello alla vita, la proibizione della tortura e di altri trattamenti disumani e degradanti, la maggior parte delle quali nelle zone sotto l’effettivo controllo della Russia”. “Una qualsiasi di queste azioni violente può costituire un crimine contro l’umanità”. “Le violazioni commesse dalla Federazione russa sono tuttavia molto più vaste in dimensioni e natura”, si sottolinea.

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