L’orrore del ritrovamento dei corpi di minori nativi nelle scuole cattoliche scuote ancora il Canada.
Rosanne Casimir, presidentessa della comunità nativa Tk’emlúps te Secwépemc, ha rilanciato nel dibattito canadese il tema delle fosse comuni trovate le scorse settimane nei pressi di ex collegi cattolici.
Rivolgendosi direttamente al primo ministro Justin Trudeau, Casimir ha chiesto sostegno affinché i missionari Oblati di Maria immacolata aprano “immediatamente e completamente” i registri delle presenze degli studenti iscritti alla Kamloops Indian Residential School, in modo che la sua comunità possa identificare le centinaia di bambini.
Quella di Casimir è stata la prima comunità a realizzare a maggio indagini georadar nei terreni intorno alla scuola, individuando così 215 corpi.
La scoperta ha destato sdegno nel Paese riaprendo la polemica sulla pratica dello Stato, col sostegno della Chiesa, di togliere alle famiglie i bambini delle comunità native per educarli in collegi dove veniva insegnata loro la lingua, la religione e gli usi della cultura dominante.
Tra la fine del 1800 e la seconda metà del 1900 si stima che 150.000 bambini furono portati in queste “residential schools”, e una volta grandi molti di loro denunciarono storie di abusi, violenze – anche sessuali – e persino casi di morte, come le fosse comuni stanno confermando.
Molti di loro non hanno mai più ritrovato le loro famiglie.
L'appello della leader nativa canadese: "Identificare i bambini delle fosse comuni"
La richiesta di Rosanne Casimir, presidente della comunità nativa Tk'emlúps te Secwépemc
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16 Luglio 2021 - 18.30
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