Nonostante Benyamin Netanyahu sia diventato il capo dell’opposizione, sembra essere restio a lasciare la residenza ufficiale del primo ministro a Gerusalemme.
Ieri vi ha anche ricevuto Nikki Haley, l’ex ambasciatrice americana all’Onu dell’era Trump, che ha diffuso su Twitter la sua foto dell’incontro con il ‘premier’ Netanyahu, scrive Times of Israel.
Non è chiaro quando ‘Bibi’ farà le valige – l’emittente Channel 12 ha previsto che resti ancora per diverse settimane – ma è già stato sollevato il problema dei costi del personale.
Shlomit Barnea-Pargo, consigliere legale dell’ufficio del primo ministro, ha avvertito che da domenica scorsa, quando si è insediato il nuovo governo, lo stato non deve più pagare il personale domestico dei Netanyahu, sia nella residenza ufficiale del premier che in quella privata per il weekend di Cesarea, le due case dove l’ex premier e la sua famiglia hanno abitato negli ultimi 12 anni.
Il nuovo premier non sembra comunque aver fretta di traslocare. Naftali Bennett prevede di rimanere nella sua casa di Ra’anana per non dover cambiare le scuole ai quattro figli di 16, 14, 12 e 9 anni.
Oltretutto la moglie Gilat lavora in questa città. La residenza del primo ministro di Balfour street servirà soprattutto per gli incontri ufficiali.
Come l’ex presidente americano Donald Trump, Netanyahu sembra avere difficoltà a riconoscere la sconfitta politica e non ha concesso nulla ai riti formali e le consuetudini pratiche del passaggio delle consegne. Ieri c’è stato solo un breve incontro privato con Bennett, descritto dai media come breve e poco cordiale. Subito dopo l’ex premier ha incontrato i deputati del suo partito Likud definendo il nuovo esecutivo “pericoloso, fraudolento e di sinistra”.
E domenica vi è stato anche un momento imbarazzante quando Netanyahu, dopo la fiducia al nuovo governo in parlamento, si è seduto nel suo vecchio posto da premier e gli hanno dovuto dirgli di spostarsi nei banchi dell’opposizione.
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