Oxfam: "Dopo gli attacchi su Gaza quasi 500 mila persone senza cibo e acqua"
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Oxfam: "Dopo gli attacchi su Gaza quasi 500 mila persone senza cibo e acqua"

L'organizzazione: "Molti pozzi d'acqua e stazioni di pompaggio sono stati danneggiati dai bombardamenti israeliani: servono cibo, acqua pulita, servizi igienici e aiuto per tenere al sicuro i bambini"

Gaza senza cibo e acqua
Gaza senza cibo e acqua
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18 Maggio 2021 - 15.50


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Le conseguenze della guerra aperta da Israele sono drammatiche: a Gaza mancano approvvigionamenti e beni primari per migliaia e migliaia di persone.

“A causa dei bombardamenti aerei in corso a Gaza non riusciamo a raggiungere circa 450.000 persone allo stremo”: è l’allarme lanciato oggi da Oxfam, di fronte all’escalation del conflitto scoppiato nell’ultima settimana.

“Stiamo cercando di riprendere la nostra risposta umanitaria assieme ai nostri partner, ma la situazione al momento lo rende quasi impossibile – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Servono cibo, acqua pulita, servizi igienici e aiuto per tenere al sicuro i bambini, ma i bombardamenti stanno rendendo troppo pericoloso per chiunque lasciare le proprie case”.

Al momento molti pozzi d’acqua e stazioni di pompaggio sono stati danneggiati dai bombardamenti israeliani. Queste strutture sono l’unico modo per le persone che vivono a Gaza, di poter aver accesso all`acqua pulita e qualsiasi interruzione crea un disagio immediato.

Le autorità stimano che il 40% delle infrastrutture idriche di Gaza sia stato colpito.

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“Le persone giorno dopo giorno stanno lottando per assicurarsi cibo, acqua e medicinali. Molti sono stati costretti a spendere i propri risparmi o a cercare di vendere quel poco che avevano per acquistarli – continua Pezzati – Tanti, rimasti senza casa, sono stati costretti a trovare riparo in rifugi temporanei e stanno restando senza nulla, mentre devono fare i conti anche con la diffusione del Covid, con gli ospedali che rischiano di restare senza medicinali”.

 Fino all`inizio dell`escalation Oxfam era al lavoro per fornire kit igienici al personale che lavora nei 2 centri di quarantena della Striscia, ma adesso a causa del conflitto la situazione rischia di precipitare.

Il tutto mentre a Gaza spostarsi non è solo pericoloso, ma è sempre più difficile a causa dei danni causati dalle bombe alle strade e agli edifici, mentre la produzione agricola da cui dipende buona parte della popolazione è ferma: circa 200.000 ettari di terreni al momento sono praticamente inaccessibili a causa del pericolo di attacchi.

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“Tante donne e bambini sono stati mutilati e uccisi – conclude Pezzati – La popolazione di Gaza è esausta e ha paura, per questo chiediamo la fine immediata di tutte le violenze ed un cessate il fuoco duraturo. Tutte le parti devono rispettare e aderire ai loro obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario. La comunità internazionale deve intervenire per porre fine all’attuale escalation e alla violazione dei diritti umani in corso. Rimuovendo quindi le cause che l’hanno generata, ossia le politiche di oppressione e discriminazione attuate da Israele, compresa l’occupazione e il blocco sulla Striscia”.

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