Il dramma del conflitto della Striscia di Gaza va avanti e la cosa peggiore è che a farne le spese sono civili che non hanno nessuna colpa, se non abitare nel posto sbagliato e trovarsi proprio lì in quel momento.
La storia è terribile: il Norwegian Refugee Council ha confermato che 11 dei 60 minori uccisi nei bombardamenti a Gaza partecipavano ad un programma psico-sociale contro i traumi organizzato da questa ong.
Le vittime “erano di età compresa fra 5 e 15 anni e sono stati uccisi nelle loro case in aree densamente popolate assieme ad innumerevoli parenti morti o feriti”, sottolinea un comunicato dell’ong.
“Siamo devastati dall’apprendere che 11 bambini che stavamo aiutando a superare i traumi sono stati bombardati mentre erano in casa e pensavano di essere al sicuro” – ha commentato Jan Egeland, segretario generale dell’Nrc – ora non ci sono più, uccisi con le loro famiglie, sepolti con i loro sogni e gli incubi che li perseguitavano. Chiediamo a Israele di fermare questa follia: i bambini devono essere protetti”.
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