Israele rincara la dose: l'esercito pianifica l'ingresso via terra a Gaza
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Israele rincara la dose: l'esercito pianifica l'ingresso via terra a Gaza

In mattinata lanci di razzi da Gaza verso la vicina città israeliana di Sderot. A Haifa arabi hanno appiccato il fuoco alle automobili sotto ad un edificio abitato da ebrei ortodossi

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13 Maggio 2021 - 08.53


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La tregua tra Israele e Palestina non sembra essere a portata di mano, anzi Israele sta pianificando di entrare con il suo esercito a Gaza via terra. Lo ha fatto sapere il portavoce militare Hidai Zilberman. 
“I piani – messi a punto dal Comando sud e dalla Divisione di Gaza – dopo l’eventuale approvazione saranno quindi sottoposti – ha aggiunto Zilberman – all’esame della leadership politica.
L’esercito in questi giorni ha rinforzato il suo schieramento attorno alla Striscia, ma ancora nessuna decisione di procedere con un possibile ingresso a Gaza è stata presa. 
Intanto questa mattina intensi lanci di razzi da Gaza sono ripresi in direzione della vicina città israeliana di Sderot e dei villaggi agricoli della zona. La popolazione è stata costretta più volte a correre nei rifugi. 
In un villaggio ebraico di confine i razzi hanno colpito edifici, ma non si hanno notizie di vittime. Lo ha reso noto l’esercito. E la scorsa notte un razzo palestinese ha centrato un condominio a Petach Tikwa, città popolosa ad est di Tel Aviv.
Secondo i servizi di soccorso, otto persone sono rimaste ferite. 
A Haifa alcuni arabi hanno appiccato il fuoco alle automobili parcheggiate sotto ad un edificio abitato da ebrei ortodossi. Sono state intossicate 60 persone, per lo più bambini. 
A Lod (Tel Aviv) un ebreo è stato accoltellato da un arabo vicino a una sinagoga. Secondo il sindaco di Lod Yair Revivo, durante il coprifuoco notturno per nove volte arabi hanno aperto il fuoco contro ebrei. 
Appelli alla calma sono giunti dal presidente Reuven Rivlin, dal rabbino capo Yitzhak Yosef, da Mansur Abbas (leader di un partito Raam a base islamica) e dal leader comunista arabo Ayman Odeh.
I combattimenti tra Israeliani e Palestinesi sono iniziati lunedì scorso e sono i più violenti e gravi dal 2014, anno in cui ci fu l’ultima guerra tra le due parti e in cui Israele invase via terra la Striscia di Gaza. 
Sono iniziati a seguito degli scontri tra palestinesi e polizia israeliana sulla Spianata delle moschee a Gerusalemme. 
Martedì si sono intensificati con i gruppi palestinesi che hanno lanciato nuovamente decine di razzi contro città israeliane, prendendo di mira in particolare la città di Askhelon e l’area della capitale Tel Aviv, mentre Israele ha risposto con attacchi aerei sulla Striscia in cui, secondo il governo di Gaza, sono rimaste uccise finora almeno 62 persone, di cui 56 palestinesi e 6 israeliani. 
In risposta agli attacchi israeliani, Hamas ha sparato centinaia di nuovi razzi verso le città israeliane vicine alla Striscia, tra cui l’area di Tel Aviv e Ashkelon. Sono morte cinque persone e sono rimaste ferite almeno un centinaio. 
Nel bombardamento più grosso compiuto da droni israeliani martedì sera è stato distrutto un edificio di 12 piani in cui c’erano uffici di Hamas, il gruppo che governa di fatto la Striscia, ma anche una palestra e uffici di altre startup palestinesi. 
La situazione più grave si è creata nella città di Lod, nel centro di Israele, dove mercoledì mattina è stato dichiarato lo stato di emergenza e dove è stato chiesto e ottenuto l’intervento dell’esercito.  
 
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