Chi va contro il regime non è mai trattato teneramente e lo dimostra il fatto che Joshua Wong è stato condannato a 10 mesi di reclusione per la partecipazione alla veglia del 4 giugno 2020 in ricordo delle vittime della repressione di Piazza Tienanmen.
Tra i volti più noti del fronte pro-democrazia dell’ex colonia britannica, Wong sta scontando la pena detentiva di 13,5 mesi per un’altra manifestazione non autorizzata relativa alle proteste di massa del 2019.
Nell’ udienza dello scorso 30 aprile si era dichiarato colpevole rispetto agli ultimi addebiti insieme ai consiglieri distrettuali Lester Shum (condannato a 6 mesi di carcere), Tiffany Yuen e Jannelle Leung (4 mesi per entrambe).
Per la prima volta dal 1990, la veglia sui fatti tragici di Piazza Tienanmen fu vietata nel 2020, con la polizia che motivò la decisione con le restrizioni per la pandemia del Covid-19, così come formalmente accaduto per tutte le altre le manifestazioni dello scorso anno e come accadrà per quello in corso. Tuttavia, decine di migliaia di persone accesero candele in tutta la città in quello che fu in gran parte un evento pacifico, salvo una breve scaramuccia con la polizia antisommossa in un quartiere della città.
Wong, 24 anni, tra i 47 attivisti accusati in base alla legge sulla sicurezza nazionale voluta da Pechino, è stato condannato a 15 mesi, beneficiando di una riduzione della pena, a 10 mesi, grazie alla sua dichiarazione di colpevolezza del 30 aprile.
Wong sta scontando una pena a 13,5 mesi inflittagli a dicembre per una manifestazione antigovernativa illegale del 21 giugno 2019 e un’ulteriore condanna a 4 mesi per aver partecipato a una protesta non autorizzata a ottobre dello stesso anno, infrangendo anche una legge contro l’uso delle maschere a copertura del viso.
Mentre era in prigione, Wong è stato raggiunto da un nuovo ordine di custodia a gennaio con addebiti sulla nuova legge sulla sicurezza nazionale, introdotta a fine giugno del 2020, per la partecipazione alle primarie nel campo democratico per definire i candidati al voto di settembre 2020 (rinviato al 2021 e poi un’altra volta con il via libera al nuovo sistema elettorale) di rinnovo del Consiglio legislativo, il parlamentino locale.
Le accuse, in questo caso, sono di “complotto vizioso per rovesciare” il governo dell’ex colonia. Il giudice Stanley Chan ha detto che “la libertà di riunione non è illimitata”.
Altri 20 attivisti rischiano simili accuse per Piazza Tienanmen e dovrebbero comparire in tribunale l’11 giugno. Quest’anno, l’anniversario del 4 giugno cade a poche settimane dalla ricorrenza del primo luglio del centenario della fondazione del Partito comunista cinese.
Alla domanda se la commemorazione delle vittime potesse violare la legge sulla sicurezza, la governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, ha affermato lo scorso mese che era “importante” mostrare rispetto al Pcc.