Dopo le critiche contro il sindaco della città Beppe Sala e le parole di preoccupazione del presidente della regione Attilio Fontana, ad intervenire sulla questione sono stati anche i virologi. ”É stata una manifestazione che, in quei termini, non aveva senso. Mi dispiace perché coinvolge le persone con le quali condivido una passione. Ma la passione andava espressa diversamente” ha dichiarato Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “Si tratta di cose praticamente inevitabili ma non sono contento che si sia festeggiato in quel modo”, ha aggiunto l’infettivologo.
“La gioia la si può comprendere però credo che su di essa debba prevalere il senso di responsabilità: 121mila morti devono averci insegnato qualcosa. Onorare la loro morte vuol dire evitare assembramenti” ha detto a Sky TG24 il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli commentando la festa dei tifosi dell’Inter. “Tutte le occasioni di assembramento – ha aggiunto – vanno assolutamente evitate, ivi compresi i festeggiamenti dei tifosi della squadra di calcio che ha vinto il campionato”.
Sulle 30 mila persone assembrate in piazza del Duomo si è espresso anche il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco. “Gli effetti dei comportamenti troppo rilassati visti nel fine settimana, inclusi i festeggiamenti per lo Scudetto, li vedremo da metà maggio in poi”, ha affermato il membro del Cts della Regione Lombardia in un intervento nel programma “Agorà” su Rai3. “Temo un possibile incremento di casi, ma spero sia solo una leggera onda di risalita e non un’ondata vera e propria. Speriamo che la velocità delle vaccinazioni ci aiuti e speriamo in una meteorologia clemente che, come abbiamo visto lo scorso anno, aiuta. Ciò non significa” – ha aggiunto Pregliasco – che il virus in estate diventi più buono, solo le condizioni di contagio si riducono”.
Della stessa opinione anche Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria. Secondo il virologo i festeggiamenti si sarebbero potuti tenere “utilizzando uno stadio”. “Io sostengo da tempo che è più sicuro uno stadio a capienza ridotta, al 15-20% dove tutti sono ordinati, distanziati e con la mascherina, rispetto a queste manifestazioni di piazza disordinate. Dispiace che non si sia trovato il modo di farlo in completa sicurezza a San Siro. Ora i rischi ce ne sono se non indossi la mascherina e ti accalchi” ha affermato Bassetti. “Dobbiamo finirla di vietare le cose di buon senso, come la riapertura degli stadi in sicurezza magari per le ultime giornate del campionato – ha aggiunto l’infettivologo – Come si può non essere in grado di controllare quello che si può evitare? Perché non abbiamo riaperto gli stadi prima? In altri Paesi lo fanno? E noi? Arriviamo per ultimi”.