Resta in carcere. E resterà per un po’: lo sciamano Qanon, diventato uno dei volti più noti delle migliaia di insorti che hanno attaccato il Congresso il 6 gennaio scorso, aspetterà in carcere il processo.
Lo ha deciso il giudice federale Royce Lamberth che, citando le dichiarazioni rilasciate da Jacob Chansley ai media, noto anche come Jack Angeli, ha affermato che l’imputato non comprende la gravità delle accuse che gli sono state mosse e quindi rischia di reiterare il crimine.
“Le dichiarazioni rilasciate dopo il 6 gennaio indicano che non comprende la gravità delle accuse che gli sono state mosse, e quindi la Corte non ha ragione di credere che non commetterebbe di nuovo azioni simili”, ha scritto il giudice federale, che è stato nominato dal presidente Ronald Reagan, citando le affermazioni dell’imputato secondo le quali sarebbe avrebbe partecipato all’assalto, che ha provocato la morte di cinque persone, per esercitare la disobbedienza civile.
“Il fatto che l’imputato abbia lasciato l’edificio solo quando il presidente Trump ha detto di farlo, mostra ancora una volta la sua mancanza di rispetto per le forze dell’ordine”, conclude il giudice.
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