Don Paolo Thabit Mekko, responsabile della comunità cristiana a Karamles, ha parlato del grande viaggio di Francesco in Iraq e del grande gesto del pontefice.
”Quando il Papa ha baciato la croce di legno, costruita con pezzi della mia chiesa di Karamles bruciata dall’Isis è stata una emozione intensa e un segno bellissimo. Perché considero questo bacio come un segno, un sigillo per Karamles che potrà rinascere dopo il buio e le violenze”, sottolineando la commozione e la felicità di una intera città, di tutta la regione, di cristiani e musulmani per la visita di papa Francesco a Mosul e Qaraqosh.
Questa mattina papa Francesco ha visitato quella che è stata considerata a lungo la roccaforte del Califfato in Iraq.
Da Mosul si è poi recato in visita a Qaraqosh, la più importante e popolosa cittadina cristiana della piana di Ninive, dove una folla di cristiani in festa lo ha accolto con grida di gioia, di canti e rincorrendo la sua automobile.
”Abbiamo vissuto davvero una giornata di festa – dice don Paolo – nel contesto di un incontro molto bello e partecipato. Alla vigilia non sembrava possibile, ma siamo riusciti a rispettare tutto il programma”.
”Il Papa – dice ancora il sacerdote – lascia un profumo di festa che supera e copre gli odori della distruzione, della lacerazione, della morte lasciati alle proprie spalle dall’Isis, sia a Mosul che nella piana di Ninive. La presenza del pontefice è un balsamo che è fonte di guarigione per tutti noi, cristiani e musulmani. Anche loro, con noi e come noi, hanno vissuto un momento di grande festa dicendo a più riprese ‘Siamo tutti fratelli”’.
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