I contagi negli Usa, sebbene siano ancora molto alti, sono sostanzialmente diminuiti: i9l 12 gennaio stato raggiunto un massimo assoluto con 248.200 nuovi casi, ma da allora è iniziato il calo, fino a raggiungere ieri 91mila contagi, il numero più basso da novembre. La riduzione interessa tutto il territorio e secondo alcuni scienziati è dovuta al fatto che i cittadini hanno finalmente imparato a proteggersi con mascherine e distanze sociali.
“Non penso che il vaccino abbia ancora un impatto sul livello dei casi. E’ quello che stiamo facendo bene: rimanere distanti, indossare la mascherina, non viaggiare, non mischiarci con altri nuclei familiari”, ha detto alla Cnn, Tom Frieden, ex direttore dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc), commentando le ultime notizie sul coronavirus. Frieden ha però sottolineato che i numeri sono comunque ben più alti dell’estate e una ripresa dei contagi è sempre possibile. “Abbiamo avuto tre ondate, se ce ne sarà una quarta dipenderà da noi”, ha sottolineato.
La vaccinazione prosegue intanto a ritmi elevati. La settimana scorsa sono state inoculate 1,62 milioni di dosi al giorno. Al momento circa 40 milioni di persone ha ricevuto almeno la prima dose, ma si tratta soltanto del 12% della popolazione. Secondo la maggior parte degli esperti è ancora troppo poco per avere un impatto sui contagi. Altri ritengono invece che l’immunizzazione stia dando i primi risultati. Ma c’è anche chi, come l’epidemiologa Eleanor Murray dell’università di Boston, ritiene che si tratti di un calo dei contagi fasullo, dovuto ad una diminuzione dei test, mentre lo sforzo delle autorità si è concentrato sulla vaccinazione.
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