Il graziato che si augurava di vedere la testa di Fauci appesa alle cancellate della Casa Bianca torna a parlare: “I democratici hanno dalla loro un caso molto emotivo e convincente, cercheranno di condannarlo davanti agli americani e macchiarlo per sempre”.
Così Steve Bannon esprime con Politico la preoccupazione che il processo di impeachment della prossima settimana contro Donald Trump possa, al di là della scontata assoluzione, danneggiare in modo permanente l’immagine dell’ex presidente collegandola a quella dell’assalto al Congresso in cui sono rimaste uccise 5 persone.
Il timore è che il procedimento, che sarà trasmesso in televisione, con i manager democratici che intendono usare come prove i video ed i filmati delle migliaia di persone che, con i cappelli rossi del Maga, prendevano d’assalto il Congresso, possa compromettere le future aspirazioni politiche di Trump e del suo movimento. Per questo alleati e legali di Trump insistono nel continuare a negare la costituzionalità dell’impeachment di un presidente non più in carica, preferendo quindi contestare dal punto di vista formale il procedimento.
“Non abbiamo bisogno di concentrarci sul 6 gennaio, perché questo è un procedimento incostituzionale, ci sono un sacco di argomenti tecnici che saranno discussi”, fanno sapere dal team della difesa di Trump che ha liquidato come “una mossa pubblicitaria” dei democratici l’invito rivolto all’ex presidente di testimoniare in aula. Insomma, la linea difensiva degli avvocati di Trump, sempre quella di cercare di limitare al massimo durata e portata del processo.
Ma l’ex stratega della Casa Bianca, il guru dell’alt right americana che in questi ultimi mesi è riuscito a riavvicinarsi a Trump, è di parere opposto, considera che, visto che i democratici attaccheranno, l’ex presidente debba contrattaccare, usando il processo di impeachment per tornare alla carica con le accuse di brogli elettorali.
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