"Ero straniero", una proposta scomoda per i 'securisti' di casa nostra
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"Ero straniero", una proposta scomoda per i 'securisti' di casa nostra

A tre anni dal deposito della proposta di legge di iniziativa popolare le organizzazioni chiedono un atto di coraggio del Parlamento: approvare la riforma per affrontare il tema immigrazione alla radice

Ero straniero, la proposta di legge sull'immigrazione
Ero straniero, la proposta di legge sull'immigrazione
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

28 Ottobre 2020 - 16.26


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Immaginare il futuro recuperando i ritardi del passato. Per una società più giusta, inclusiva. A tre anni dal deposito della proposta di legge di iniziativa popolare “Ero straniero”, Oxfam e le altre organizzazioni promotrici chiedono un atto di coraggio da parte del Parlamento: approvare quella riforma per affrontare il tema immigrazione alla radice, con uno sguardo verso il futuro.

Per sostenere la risposta alla crisi causata dalla pandemia, è cruciale la creazione di canali regolari di ingresso per ricerca di lavoro

“La regolarizzazione dei mesi scorsi e la pubblicazione del nuovo decreto immigrazione, con il superamento di alcuni aspetti problematici dei decreti sicurezza, hanno rappresentato importanti passi in avanti – rimarca Giulia Capitanipolicy advisor su immigrazione e asilo di Oxfam Italia – Ma bisogna fare di più. La legge Bossi-Fini va superata, ed è necessario prevedere meccanismi di ingresso per ricerca lavoro e di regolarizzazione su base individuale, anche per rispondere alle esigenze produttive di un paese, come l’Italia, che è in permanente crisi demografica e bisognoso di un forte rilancio economico”.

La regolarizzazione straordinaria voluta dal Governo a maggio scorso ha interessato oltre 200.000 persone: un’adesione alta, considerati gli inspiegabili limiti ai settori lavorativi interessati dall’emersione e i troppi paletti previsti per accedervi. Ma è stata comunque una dimostrazione, ancora una volta, di quanto sia forte il desiderio di mettersi in regola da parte di chi è rimasto senza documenti, ma vive e lavora nel nostro Paese e vuole farlo legalmente.

“E’ un segnale chiaro di quanto sia ormai imprescindibile affrontare in modo maturo e responsabile il problema dell’irregolarità, troppo spesso strumentalizzato dalla politica. – continua Capitani – Non ha senso criminalizzare i migranti privi di permesso di soggiorno, salvo poi sfruttarli nei campi, nei cantieri, nell’assistenza ai nostri anziani: la stessa epidemia di Covid sta mostrando quanto sono necessari alla nostra società questi lavoratori. Bisogna scardinare invece quei meccanismi che l’irregolarità la producono, come il sistema basato sui decreti flussi, che si è ormai dimostrato largamente fallimentare”.

Necessario un cambio di passo da parte delle istituzioni

Serve insomma una riforma profonda della normativa vigente, come la proposta di legge “Ero straniero” indica chiaramente. Spetta ora al Parlamento discutere e approvare la riforma e superare una stagione politica che da oltre vent’anni criminalizza, sfrutta e distorce il fenomeno migratorio, riducendolo a un problema di ordine pubblico, senza una reale volontà di attuare politiche efficaci e rispettose dei diritti.

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Ero straniero è promossa da: Radicali Italiani, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto, CILD, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Oxfam Italia, ActionAid Italia, ACLI, Legambiente Onlus, ASCS – Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, AOI, con il sostegno di numerosi sindaci e decine di organizzazioni.

Una visione, tante proposte

Canali di ingresso per lavoro:

Permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione e attività d’intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari 

S’introduce il permesso di soggiorno temporaneo (12 mesi) da rilasciare a lavoratori stranieri per facilitare l’incontro con i datori di lavoro italiani e per consentire a coloro che sono stati selezionati, anche attraverso intermediari sulla base delle richieste di figure professionali, di svolgere i colloqui di lavoro. L’attività d’intermediazione tra la domanda di lavoro delle imprese italiane e l’offerta da parte di lavoratori stranieri può essere esercitata da tutti i soggetti pubblici e privati già indicati nella legge Biagi e nel Jobs Act (centri per l’impiego, agenzie private per il lavoro, enti bilaterali, università, ecc.), ai quali sono aggiunti i fondi interprofessionali, le camere di commercio e le Onlus, oltre alle rappresentanze diplomatiche e consolari all’estero.

 Reintroduzione del sistema dello sponsor (sistema a chiamata diretta) 

Si reintroduce il sistema dello sponsor, originariamente previsto dalla legge Turco Napolitano, anche da parte di singoli privati per l’inserimento nel mercato del lavoro del cittadino straniero con la garanzia di risorse finanziarie adeguate e disponibilità di un alloggio per il periodo di permanenza sul territorio nazionale, agevolando in primo luogo quanti abbiano già avuto precedenti esperienze lavorative in Italia o abbiano frequentato corsi di lingua italiana o di formazione professionale.

Regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”

Si prevede la regolarizzazione su base individuale degli stranieri che si trovino in situazione di soggiorno irregolare allorché sia dimostrabile l’esistenza in Italia di un’attività lavorativa (trasformabile in attività regolare o denunciabile in caso di sfruttamento lavorativo) o di comprovati legami familiari o l’assenza di legami concreti con il paese di origine, sul modello della Spagna e della Germania. Tale permesso di soggiorno per comprovata integrazione dovrebbe essere rinnovabile anche in caso di perdita del posto di lavoro alle condizioni già previste per il “permesso attesa occupazione” e nel caso in cui lo straniero, in mancanza di un contratto di lavoro, dimostri di essersi registrato come disoccupato, aver reso la dichiarazione di immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l’impiego. Si prevede inoltre la possibilità di trasformare il permesso di soggiorno per richiesta asilo in permesso di soggiorno per comprovata integrazione anche nel caso del richiedente asilo diniegato in via definitiva che abbia svolto un percorso fruttuoso di formazione e di integrazione.

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 Misure per l’inclusione attraverso il lavoro dei richiedenti asilo

Si prevede di ampliare il sistema Sprar puntando su un’accoglienza diffusa capillarmente nel territorio con piccoli numeri, rafforzando il legame territorio/accoglienza/inclusione attraverso tre azioni essenziali: apprendimento della lingua, formazione professionale, accesso al lavoro. Si introducono misure per aumentare, a beneficio di tutti, l’efficacia dei centri per l’impiego, da finanziare con i fondi europei Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione), a partire dall’aumento del numero degli addetti e la creazione di sportelli con operatori e mediatori specializzati nei servizi rivolti a richiedenti asilo e rifugiati.

 Godimento dei diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati 

Ai lavoratori extracomunitari che decidono di rimpatriare definitivamente – a prescindere da accordi di reciprocità tra l’Italia e il paese di origine – va garantito il diritto a conservare tutti i diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati in modo che possa goderne, al verificarsi della maturazione dei requisiti previsti dalla normativa vigente, anche in deroga al requisito dell’anzianità contributiva minima di vent’anni.

 Uguaglianza nelle prestazioni di sicurezza sociale 

Vengono eliminate tutte le disposizioni che richiedono, per l’accesso a molte prestazioni di sicurezza sociale (assegno di natalità, indennità di maternità di base, sostegno all’inclusione attiva ecc.), il requisito del permesso di lungo periodo, tornando al sistema originario previsto dall’art. 41 del T.U. immigrazione che prevedeva la parità di trattamento nelle prestazioni per tutti gli stranieri titolari di un permesso di almeno un anno.

Garanzie per un reale diritto alla salute dei cittadini stranieri 

Sono previsti interventi legislativi a livello nazionale affinché tutte le Regioni diano completa e uniforme attuazione a quanto previsto dalla normativa vigente in materia di accesso alle cure per gli stranieri non iscrivibili al Sistema sanitario nazionale (SSN). In particolare si chiede: piena equiparazione dei diritti assistenziali degli stranieri comunitari a quelli degli extracomunitari, coerentemente con i LEA, e inclusa la possibilità di iscrizione al medico di medicina generale, onde garantire la continuità delle cure, e il riconoscimento ai minori, figli di cittadini stranieri, indipendentemente dallo stato giuridico, degli stessi diritti sanitari dei minori italiani.

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 Effettiva partecipazione alla vita democratica 

Si prevede l’elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative a favore degli stranieri titolari del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo.

 Abolizione del reato di clandestinità 

Si abolisce il reato di clandestinità, abrogando l’articolo 10-bis del decreto legislativo 26 luglio 1998, n. 286.

 Emma versus Ursula

Il “Migration pact” presentato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen non prevede un’effettiva modifica del principio del Paese di primo ingresso, ma solo che questo non si applichi nel caso in cui il migrante ha già un parente che risiede in uno Stato nell’Ue oppure ha lavorato o studiato in un Paese diverso da quello di arrivo. Gli Stati si impegneranno nella gestione dei flussi a sostegno di quelli in prima linea, potendo optare tra diversi strumenti di solidarietà: l’accoglienza di migranti, la logistica dei rimpatri di richiedenti non idonei a restare in Europa oppure la fornitura di assistenza, in termini di personale, mezzi o fondi. Ma su base volontaria.

È questo il punto criticato da Emma Bonino, già ministra degli Esteri e Commissario europeo. Per la senatrice di +Europa “non è una proposta legislativa, tantomeno non si tratta di ricollocazioni obbligatorie, ma solo di un patto su base volontaria. È abbastanza deludente“. Con realismo per la Bonino “su questo tema non ci sarà nessuna rivoluzione copernicana, ma intanto sarebbe utile non sprecare questo tempo e noi abbiamo depositato la proposta ‘Ero Straniero’ che però giace in Parlamento a prendere polvere”.

E sarebbe ora, aggiungiamo noi di Globalist, che questa polvere venga tolta. E la proposta discussa. Si è già perso troppo tempo.  E a proposito di tempo perduto e di scelte strategiche rinviate, una domanda si pone a quelle forze democratiche e progressiste che stanno al Governo: abolire la Bossi-Fini è chiedere la luna?

 

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