La figlia di Martin Luther King: "Per sconfiggere il razzismo dobbiamo rifiutarci di chiudere gli occhi"

La figlia del grande attivista per i diritti civili: ""E' il rifiuto della gente di vedere che fa sì che il razzismo sistemico e istituzionale sembri invisibile"

Bernice King e papa Francesco
Bernice King e papa Francesco
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20 Giugno 2020 - 16.16


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Nessuno è razzista, ma alla fine tanti sono razzisti, solo che lo negano. Ma adesso basta.
Il primo passo per sconfiggere il razzismo è “rifiutarci di chiudere gli occhi”.
Bernice King, la figlia di Martin Luter King, parla ai media vaticani del comune sogno che unisce il Papa e suo padre. “E’ il rifiuto della gente di vedere che fa sì che il razzismo sistemico e istituzionale sembri invisibile. Più invece noi vogliamo vedere, e più vogliamo operare dei cambiamenti, più evidente apparirà la natura distruttiva e disumanizzante del razzismo. Credo che il primo passo per sconfiggerlo sia rifiutarci di chiudere gli occhi, e piuttosto raccogliere informazioni sull’argomento e conoscere le radici, le cause e le manifestazioni del razzismo”, dice la figlia del leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani.

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La figlia di Martin Luter King si trova in totale sintonia con Bergoglio:”Sono d’accordo con Francesco: la violenza porta solo all’auto-distruzione. I mezzi che usiamo devono essere coerenti con il traguardo che vogliamo raggiungere, e se quel traguardo è la pace, certamente non possiamo ottenere la pace con metodi violenti. E questo è sicuramente in linea con il pensiero di mio padre. Lui sosteneva – perché lo credeva, come lo credo io – che ‘la non violenza è la risposta ai cruciali problemi politici e morali del nostro tempo’.

E ancora: “Nel suo ultimo discorso – “Sono salito sulla cima della montagna” – che tenne la sera prima di essere assassinato, disse: ‘Non si tratta più di scegliere tra violenza e non violenza, nel nostro mondo; ora si tratta di scegliere tra non violenza e non-esistenza. Siamo arrivati a questo punto, oggi'”.  “E questo è lo stesso punto al quale siamo ancora, oggi. Ci troviamo di fronte alla scelta tra caos e comunità. Se abbracciamo la violenza,- avverte Bernice King- stiamo scegliendo il caos, che poi in definitiva porterà all’auto-distruzione della nostra ‘casa del mondo’. Se abbracciamo la non violenza, potremo progredire nella costruzione di un mondo più giusto, uguale, umano e pacifico”.

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